Un giudice dell’Arkansas ha dichiarato incostituzionale la prima legge statale statunitense contro le terapie ormonali e chirurgiche per le persone trans con meno di 18 anni
Martedì un giudice federale dell’Arkansas, stato nel sud-est degli Stati Uniti, ha dichiarato incostituzionale una legge statale approvata nel 2021 che vietava la cosiddetta “gender-affirming medical care” per i minori i 18 anni, cioè l’insieme di misure farmacologiche o anche chirurgiche per trattare la disforia di genere, la condizione di disagio e sofferenza di chi non si riconosce nel genere assegnato alla nascita. Quella dell’Arkansas era stata la prima legge a imporre divieti di questo tipo negli Stati Uniti, successivamente diffusi anche in altri stati: secondo l’American Civil Liberties Union, organizzazione che si occupa di diritti civili, almeno in altri 20. È anche la prima volta che un tribunale dichiara questo divieto incostituzionale.
La legge in questione vietava al personale medico di fornire alle persone con meno di 18 anni trattamenti ormonali, operazioni chirurgiche o bloccanti della pubertà, ovvero quei farmaci che intervengono per fermare, momentaneamente e in modo reversibile, la secrezione delle gonadotropine e degli ormoni sessuali, e ritardare dunque l’arrivo della pubertà e dei cambiamenti fisici che essa comporta. La legge avrebbe anche vietato ai medici dell’Arkansas di indirizzare i propri pazienti e le proprie pazienti altrove, suggerendo loro altri luoghi in cui ricorrere alle terapie.
Il giudice, James Moody, aveva già temporaneamente bloccato questa legge nel 2021, ma quella di martedì è una «ingiunzione permanente», un’ordinanza di tribunale che impone la cessazione di una specifica attività e che ha valore definitivo. Secondo quanto stabilito da Moody, la legge in questione è incostituzionale perché viola sia i diritti delle persone trans e delle loro famiglie che la libertà d’espressione, in questo caso dei medici a cui viene vietato di fornire ai pazienti informazioni su dove poter ricorrere alle cure che chiedono.