Inizia alla Camera la discussione sulla gestazione per altri

La maggioranza al governo vuole renderla un reato perseguibile in Italia anche se commesso all'estero

(AP Photo/Teresa Crawford, File)
(AP Photo/Teresa Crawford, File)
Caricamento player

Lunedì pomeriggio alla Camera inizierà la discussione generale sulla proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia per modificare la legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita e rendere così la gestazione per altri quello che è stato definito sui media come un reato “universale”, cioè perseguibile in Italia anche se praticata all’estero da un cittadino o da una cittadina italiana. La gestazione per altri (GPA) è quella forma di procreazione assistita che prevede che la gravidanza sia portata avanti da una persona per conto di altre che, per condizione o per patologia, non possono avere dei figli: è comunemente nota con termini dispregiativi come “utero in affitto” o “maternità surrogata”, che è l’espressione utilizzata dal governo.

La proposta di legge riprende il testo di una proposta presentata quattro anni fa da Giorgia Meloni e poi anche da Mara Carfagna, che all’epoca faceva parte di Forza Italia e che oggi è deputata di Azione-Italia Viva. È stata approvata dalla commissione Giustizia il 31 maggio e poi dalla commissione Affari costituzionali. La relatrice è Carolina Varchi, di Fratelli d’Italia.

La GPA è consentita e regolamentata in alcuni paesi d’Europa e del mondo, mentre in Italia è vietata dalla legge 40 del 2004: era stata approvata durante il secondo governo Berlusconi, è tra le più restrittive d’Europa ed è contestata da tempo per i vari divieti che contiene (alcuni dei quali rimossi nel tempo da sentenze della Corte costituzionale). Quello sulla GPA è ancora in vigore, dunque le persone che in Italia vogliono farvi ricorso vanno all’estero: si tratta, soprattutto, di coppie eterosessuali con problemi di fertilità, ma anche di persone singole, di coppie di uomini e in casi più rari anche di donne.

– Leggi anche: La gestazione per altri, spiegata bene

La proposta di Fratelli d’Italia vuole modificare l’articolo 12 della legge 40 nella parte in cui fissa le sanzioni per chi vìola i divieti che la legge stessa contiene, e in particolare quello sulla commercializzazione di embrioni o gameti (ossia le cellule sessuali, ovuli o spermatozoi) e sulla GPA. Attualmente l’articolo sulle sanzioni prevede al comma 6 che «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». La proposta di legge aggiunge questa frase: «Se i fatti sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana».

La proposta consente dunque di perseguire penalmente delle condotte commesse in un paese estero anche quando tale paese non qualifichi quelle condotte come illecite. E questo, dice la maggioranza di governo che sostiene la modifica, sulla base dell’articolo 7 del codice penale italiano secondo il quale i cittadini italiani possono essere puniti per reati commessi all’estero in alcuni specifici casi molto gravi, tra cui per esempio i delitti contro la personalità dello Stato e altri ancora elencati nell’articolo. Per rendere punibile la GPA in Italia, se la proposta diventasse legge, dovrebbero esserci due condizioni: il rientro di chi ha commesso il reato in Italia e la richiesta del ministro della Giustizia. Concretamente una persona che va all’estero per avere un figlio o una figlia con la GPA e che poi torna in Italia rischierebbe un processo, il carcere da tre mesi a due anni e una multa da 600 mila a 1 milione di euro.

La nuova proposta riguarda anche la commercializzazione di embrioni e gameti il cui utilizzo, nella fecondazione assistita, è previsto per le tecniche di tipo eterologo, quello in cui la donna porta avanti una gravidanza con l’embrione fecondato con un ovulo o uno spermatozoo o entrambi donati. In Italia l’eterologa è vietata alle coppie omosessuali e alle persone singole, ma è consentita dal 2014 alle coppie eterosessuali purché siano rispettati i princìpi di volontarietà e gratuità della donazione. In questo caso il nuovo reato si applicherebbe se venissero violati i princìpi di gratuità della donazione all’estero.

Inizialmente la proposta di Fratelli d’Italia prevedeva che fossero perseguibili anche i cittadini stranieri, dopodiché in commissione è stato approvato un emendamento che limita la modifica ai soli cittadini italiani che compiono questa pratica nei paesi dove è permesso. Chi si oppone alla legge ha fatto però notare che questa distinzione porterebbe a delle situazioni paradossali, come quella di una coppia composta da una persona con la cittadinanza italiana e da una persona che non ce l’ha.

La legge di Fratelli d’Italia, sempre secondo chi la contesta, verrebbe poi via via smontata. Per Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, «se la proposta all’esame dovesse divenire legge, vedrà i tribunali impegnati per anni affinché sia cancellata. Nel frattempo, ci saranno bambini allontanati dalle loro famiglie legittime solo per soddisfare un capriccio ideologico dei proponenti e dovremo azionare le giurisdizioni di ogni grado, nazionali e internazionali, per cancellarla».

In Italia si parla di gestazione per altri da tempo. Hanno una posizione contraria una parte del femminismo, il mondo cattolico e anche la destra che ha definito questa pratica «un reato più grave della pedofilia» e un «mercato di bambini», senza tenere conto però del fatto che la GPA non è sempre e non è ovunque una pratica commerciale. Un’altra parte del movimento femminista non è invece contraria, così come alcune associazioni o parte della sinistra.

Qualche giorno fa è stata depositata al Senato e alla Camera da Ivan Scalfarotto di Italia Viva e da Riccardo Magi di +Europa una proposta di legge elaborata dall’Associazione Luca Coscioni che vuole regolamentare la GPA solidale, non quella commerciale.

Il testo prevede un accordo lecito e solidale tra i soggetti coinvolti, in cui la gestante ha un ruolo centrale e confermerà la sua disponibilità a seguito di un percorso medico e psicologico. La gestante dovrà avere un’età massima di 42 anni, dovrà avere un reddito certo e dovrà già avere dei figli. Il testo prevede poi l’estensione dell’accesso a tutte le tecniche di fecondazione assistita anche alle coppie dello stesso sesso e alle persone singole, e l’introduzione di una specifica ipotesi di reato per chi, abusando di una condizione di necessità, induce una donna alla GPA.