È morto a 73 anni George Winston, pianista “solo”

Vendette milioni di dischi di musica romantica e strumentale che non voleva fosse chiamata "new age"

George Winston a Nashville nel 2019 (Jason Davis/Getty Images for NAMM)
George Winston a Nashville nel 2019 (Jason Davis/Getty Images for NAMM)

Il suo sito ufficiale ha annunciato che domenica è morto a 73 anni George Winston, compositore e pianista americano che ebbe un grande successo soprattutto negli anni Ottanta come uno dei più amati e creativi musicisti del genere strumentale che venne sommariamente chiamato “new age”, definito soprattutto dal minimalismo e dall’andamento estremamente melodico delle sue composizioni (successivamente la categoria prese a includere un più ampio spettro di registrazioni estremamente dozzinali e ripetitive).

Winston fu in particolare il maggiore protagonista della popolarità della casa discografica Windham Hill, fondata dal chitarrista William Ackerman e che pubblicò altri musicisti divenuti noti e coinvolti in progetti assai diversi come Mark Isham, Liz Story, Wim Mertens, Philip Aaberg.

Era nato nel 1949 a Hart, Michigan, e aveva studiato diversi strumenti musicali da giovane, concentrandosi poi sulle tastiere e dedicandosi al “piano solo”, forma fino ad allora rilevante soprattutto negli ambiti jazz ma che lui portò verso composizioni più melodiche e romantiche – la sua prima definizione della sua musica fu “folk piano” –, arrivando a vendere milioni di dischi soprattutto negli Stati Uniti (in particolare con il disco December, che conteneva una rielaborazione del “Canone” di Pachelbel). Era stato malato di tumore per più di dieci anni. La sua inclusione nell’etichetta di “musica new age” lo aveva sempre scontentato, e aveva spiegato più volte di non condividere niente con l’accezione spirituale e religiosa che si dava a quell’espressione.
Il suo ultimo disco, Night, era uscito l’anno scorso.