Cosa sono questi BTP Valore

I nuovi titoli di stato presentati dal ministero dell'Economia dovrebbero servire a spostare il debito pubblico in mano ai piccoli risparmiatori, non necessariamente italiani

(Vincenzo Livieri/LaPresse)
(Vincenzo Livieri/LaPresse)
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Lunedì il ministero dell’Economia ha aperto le aste di nuovi titoli di stato, ossia titoli finanziari con cui lo stato genera nuovo debito pubblico per coprire le proprie spese: sono i BTP Valore, un’inedita categoria di Buoni del Tesoro Pluriennali (BTP, appunto) destinata solo ai piccoli risparmiatori privati. Non possono comprarli né le banche né altre società finanziarie, ossia chi investe professionalmente e di solito muove enormi somme di denaro.

L’obiettivo di questi strumenti è fare in modo che i piccoli risparmiatori investano il proprio denaro in titoli di stato, cosa che viene comunemente ritenuta desiderabile dai governi: il debito pubblico in mano ai piccoli risparmiatori è più stabile e meno esposto alla speculazione sui mercati finanziari; in più da qualche mese la Banca Centrale Europea ha avviato una politica di costante disimpegno verso i titoli di stato dei paesi europei e per questo il governo cerca nei piccoli risparmiatori acquirenti per il proprio debito.

Il fatto che ci siano emissioni di titoli di stato riservate solo ai piccoli risparmiatori non è una novità: negli scorsi anni c’era stata l’emissione dei BTP Futura, che ebbero un grande successo in fase di debutto ma che da qualche tempo hanno un andamento al di sotto delle aspettative a causa di alcune condizioni di mercato inattese al momento dell’emissione, una su tutte l’inflazione che ne ha eroso il valore.

Alcuni esponenti del governo, e assieme a loro vari media, hanno presentato i BTP Valore come bond «patriottici», con cui il governo di destra starebbe cercando di mettere il debito pubblico italiano in mano alle famiglie italiane. Non è così, perché le regole europee sulla concorrenza vietano espressamente di distinguere gli acquirenti sulla base della nazionalità, e i BTP Valore possono essere acquistati senza problemi anche da persone straniere.

Come funziona il BTP Valore
Il BTP Valore è un titolo di stato della durata di 4 anni, con rendimenti fissi crescenti nel tempo, cedole semestrali (ossia prevede l’erogazione di interessi ogni sei mesi) e un premio extra se il risparmiatore non vende il titolo fino alla scadenza pari allo 0,5 per cento. Garantisce un tasso di interesse del 3,25 per cento nei primi due anni e del 4 nei restanti due: sono tassi di base, che potranno essere più alti a seconda di come andranno le aste. Semplificando e approssimando molto i calcoli per chiarezza, se un risparmiatore investe 100 euro in BTP Valore, otterrà 3,25 euro lordi all’anno nei primi due anni e 4 euro lordi all’anno nei successivi due. Alla fine dei quattro anni riavrà indietro la somma investita pari a 100 più un premio di 0,5 euro se ha tenuto il titolo fino alla scadenza senza venderlo.

Complessivamente, considerando il premio se si tiene il titolo fino alla scadenza, il BTP Valore assicura un rendimento annuo medio lordo pari al 3,71 per cento, mediamente più alto dei BTP attualmente sul mercato con la stessa scadenza.

Come ogni strumento finanziario si può vendere in qualsiasi momento al prezzo di mercato senza dover aspettare la scadenza: in questo modo però si perde il premio “fedeltà” dello 0,5 per cento e in più bisogna stare attenti al prezzo a cui lo si rivende, che ovviamente può fluttuare sotto o sopra il valore di acquisto. I titoli di stato hanno poi una tassazione agevolata: del 12,5 per cento, meno della metà del 26 per cento tipico delle rendite finanziarie.

I BTP Valore potranno essere sottoscritti attraverso intermediari finanziari con un importo minimo di 1.000 euro fino a venerdì 9 giugno alle 13, salvo che non sia stabilita una chiusura anticipata se dovesse esserci molta richiesta.

Questo nuovo titolo presenta alcuni punti di contatto con altri strumenti già presenti sul mercato: per esempio garantisce rendimenti crescenti come il BTP Futura, che anch’esso era riservato solo agli investitori privati. Quest’ultimo sta avendo però un andamento piuttosto negativo sul mercato per una serie di coincidenze legate al momento dell’emissione. È stato emesso tra il 2020 e il 2021, quando l’inflazione, ossia l’aumento generale del livello dei prezzi, non era ancora ai livelli altissimi che si sono visti invece dal 2022, quando le banche centrali di tutto il mondo hanno iniziato ad aumentare i tassi di interesse per combatterla.

I rendimenti decisi allora sono quindi molto più bassi di quelli attualmente sul mercato e i titoli nei portafogli di chi li deteneva hanno perso valore quando le banche hanno iniziato ad aumentare i tassi (il rapporto tra valore dei titoli e tassi di interesse di mercato è inverso). Quindi i risparmiatori che hanno investito in questi strumenti sono rimasti molto delusi, tant’è che alcuni analisti vedono nelle condizioni piuttosto favorevoli dei BTP Valore un tentativo del ministero dell’Economia di rimediare a una serie di emissioni sfortunate. Anche se investire comporta sempre dei rischi di cui tenere conto, anche nel caso dei titoli di stato.

Perché il governo spinge molto su questi strumenti
Il bonus dato a chi detiene il titolo fino alla scadenza è pensato per invogliare gli investitori più tradizionali, quelli che cercano un rendimento prevedibile e non la speculazione. La logica dietro alla struttura del BTP Valore è volta a incentivare l’acquisto dei piccoli risparmiatori, in modo che aumenti la quota di debito pubblico detenuta dagli investitori non professionali e all’interno del territorio italiano, in declino da anni. Generalmente si ritiene che se il debito pubblico di un paese è detenuto da piccoli risparmiatori, e non da grosse banche o fondi d’investimento, questo sia garanzia di maggiore stabilità e sostenibilità. Il debito pubblico italiano è comunque tra i più alti del mondo: 2.789 miliardi di euro, oltre il 140 per cento del Prodotto Interno Lordo.

È da tempo che i governi italiani stanno cercando di incentivare l’investimento nel debito pubblico italiano del risparmio privato custodito nei conti correnti, storicamente molto alto: secondo gli ultimi dati dell’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, nei conti correnti dei residenti in Italia sono fermi 1.795 miliardi di euro. Negli scorsi anni – e quindi con interventi dei passati governi – sono stati emessi altri titoli che avevano come target di riferimento i piccoli investitori, come nel caso dei BTP Futura e dei BTP Italia.

Della necessità di convincere i piccoli risparmiatori a investire nel debito italiano ha parlato di recente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante il Festival dell’Economia di Trento: «La ragione è molto semplice. È annunciata e ormai imminente la politica di disimpegno progressivo da parte della Banca Centrale Europea per quanto riguarda il riacquisto dei titoli in scadenza. Tutta la politica monetaria espansiva che è stata fatta in questi anni in una situazione di tipo eccezionale rientra, e rientra nella normalità anche l’emissione di titoli di stato».

Negli ultimi anni la BCE ha avviato una serie di programmi di massicci acquisti di titoli di stato dei paesi dell’Eurozona per stimolarne l’economia. Erano politiche emergenziali, avviate dopo la crisi del 2011-2012 e poi potenziate durante la pandemia. Queste politiche saranno interrotte e il governo dunque punta a spostare dalla BCE «con un percorso graduale» grossa parte del debito pubblico, che auspica sarà acquistato dai piccoli risparmiatori.

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