Due gruppi di miliziani russi anti Putin hanno dichiarato di aver preso in ostaggio alcuni soldati russi nella regione di Belgorod 

Due veicoli militari russi danneggiati nella regione di Belgorod (Russian Defense Ministry Press Service via AP)
Due veicoli militari russi danneggiati nella regione di Belgorod (Russian Defense Ministry Press Service via AP)

Domenica il Corpo dei volontari russi e la Legione Russia libera, le due milizie di combattenti russi contrari al governo di Vladimir Putin che hanno condotto operazioni militari nella regione russa di Belgorod, vicinissima al confine ucraino, hanno dichiarato di aver preso in ostaggio alcuni soldati russi.

Non ci sono certezze su chi o quanti siano gli ostaggi: in un video su Telegram una delle due milizie, la Legione Russia libera, ha mostrato due persone – di cui non è stato possibile verificare l’identità – promettendone il rilascio in cambio di un colloquio col governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, in una dichiarazione congiunta con il Corpo dei volontari russi. Nel video le milizie sostenevano che i due prigionieri fossero soldati russi, e che fossero feriti. Tre ore dopo Gladkov ha risposto con un altro video in cui confermava il rapimento degli ostaggi e accettava di incontrare le due milizie solo se i prigionieri fossero stati ancora vivi. Sembra che l’incontro non ci sia stato: poco dopo i due gruppi hanno dichiarato che Gladkov non si era presentato e hanno detto essere intenzionati a consegnare i due soldati all’Ucraina per un futuro scambio di prigionieri.

Nelle ultime settimane gli attacchi in Russia poco oltre il confine con l’Ucraina sono aumentati, con segnalazioni di danneggiamenti agli edifici e il ferimento di alcune persone proprio nella regione di Belgorod. Il ministero della Difesa russo ha sostenuto in più occasioni che la responsabilità degli attacchi sia dell’Ucraina, la quale ha sempre negato di aver attaccato la Russia nel suo territorio e sostiene invece che gli attacchi provengano da miliziani russi oppositori di Putin. Anche in questo caso, come in altri precedenti, le autorità ucraine non hanno commentato l’accaduto.