È morto a 91 anni l’architetto Paolo Portoghesi, uno dei principali esponenti italiani del postmodernismo

Paolo Portoghesi
L'architetto Paolo Portoghesi durante un evento a Roma nel 2019 (ANSA/ Maurizio Brambatti)

È morto a 91 anni l’architetto Paolo Portoghesi, noto per essere stato uno dei principali esponenti italiani del movimento postmoderno. Nato nel 1931, Portoghesi si laureò in architettura all’Università La Sapienza di Roma e fin da giovane pubblicò vari saggi su Francesco Borromini, di cui fu uno dei massimi esperti. Nei primi anni Sessanta cominciò a insegnare e al contempo avviò uno studio assieme all’ingegnere Vittorio Gigliotti, con cui collaborò per la gran parte della sua carriera.

Nel 1966 fondò la rivista Controspazio, di cui fu direttore per i successivi diciassette anni; negli anni seguenti diresse anche il Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica e più di recente altre riviste del settore, tra cui Materia e Abitare la Terra. Portoghesi fu anche preside della facoltà di Architettura al Politecnico di Milano dal 1968 al 1976. Nel 1979 fu scelto come primo direttore della Biennale di Architettura di Venezia.

Tra i suoi progetti più noti ci sono la Moschea di Roma, l’Accademia di Belle arti dell’Aquila e il teatro Politeama di Catanzaro. Lavorò anche all’estero, per esempio in Francia e in Cina, e negli ultimi anni si dedicò tra le altre cose al restauro della piazza di San Silvestro a Roma. Progettò anche Casa Papanice, che si trova nel quartiere Nomentano a Roma ed è considerata tra i manifesti del postmodernismo italiano: l’edificio fu un set per alcuni film, tra cui Dramma della Gelosia (1970) di Ettore Scola con Monica Vitti, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini. Attualmente è la sede dell’ambasciata di Giordania.