Negli Stati Uniti c’è un accordo per evitare il default

Arriva dopo lunghi negoziati tra Biden e i Repubblicani, ma non è detto che il Congresso lo approverà in tempo

Joe Biden venerdì 26 maggio (AP Photo/Susan Walsh, File)
Joe Biden venerdì 26 maggio (AP Photo/Susan Walsh, File)
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Sabato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (del partito Democratico) e lo speaker della Camera Kevin McCarthy (del partito Repubblicano) hanno raggiunto un accordo per alzare il “tetto del debito”, cioè la quantità di soldi che lo stato può prendere in prestito sui mercati e che deve essere autorizzata periodicamente dal Congresso. I negoziati che hanno portato a questa decisione sono in corso da settimane: se non fosse stato fatto un accordo, nel giro di pochi giorni gli Stati Uniti avrebbero rischiato di fare default, cioè appunto di non essere più in grado di ripagare i propri debiti, con conseguenze molto gravi sull’economia americana e mondiale.

Venerdì, in una lettera rivolta al Congresso, la segretaria del Tesoro statunitense Janet Yellen aveva comunicato che il 5 giugno gli Stati Uniti avrebbero terminato le risorse dello stato. Nella lettera si spiegava che il governo dovrà fare pagamenti programmati per oltre 130 miliardi di dollari durante i primi giorni del mese e che andava presa una decisione sul tetto del debito prima di quel momento. Che il provvedimento venga approvato dal Congresso entro il 5 giugno però non è certo.

L’accordo fatto da Biden e McCarthy prevede il taglio di alcune spese dello stato per i prossimi due anni, oltre all’aumento della quantità di soldi che lo stato può prendere in prestito sui mercati.

Nella tarda serata di sabato, Biden ha fatto un discorso per sollecitare la Camera e il Senato ad approvare il provvedimento. Ha chiarito che «questo accordo rappresenta un compromesso, il che significa che non tutti ottengono ciò che vogliono». In conferenza stampa, McCarthy ha detto che l’accordo contiene «riduzioni storiche della spesa e riforme conseguenti che solleveranno i lavoratori dalla povertà» e non aggiungeranno nuove tasse.

La discussione alla Camera è prevista per mercoledì: la maggioranza è Repubblicana e c’è un piccolo gruppo di estrema destra che ha fatto capire di essere disposto a far passare la proposta solo in cambio di grossi tagli alla spesa sociale.

L’innalzamento del tetto del debito è una questione periodica della politica statunitense, che in condizioni normali non crea grosse criticità. Negli scorsi mesi, tuttavia, il partito Repubblicano ha deciso di trasformare quella che sarebbe una normale funzione di controllo del Congresso in un’arma politica. Alcuni esponenti Repubblicani, compreso l’ex presidente Donald Trump, hanno fatto capire che sono pronti a mandare il paese in default se le loro condizioni non saranno accettate.

Anche alcuni esponenti del partito Democratico hanno criticato il provvedimento, sostenendo di essere stati messi nella condizione di votare tagli di spesa con cui non sono d’accordo con la minaccia del default.