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  • Giovedì 25 maggio 2023

Lo zoo di Miami ha fatto arrabbiare la Nuova Zelanda per come trattava un kiwi

I video in cui veniva toccato e stuzzicato dai visitatori hanno provocato scompiglio nel paese che lo considera un simbolo nazionale

Il kiwi Paora in un'immagine tratta dal sito dello zoo di Miami
Il kiwi Paora in un'immagine tratta dal sito dello zoo di Miami
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Mercoledì lo zoo di Miami si è scusato per il modo in cui aveva permesso ai propri visitatori di vedere e toccare Paora, un piccolo esemplare di kiwi che vive nella struttura dal 2019 nell’ambito di un programma per preservare la specie. Alcuni video condivisi sui social network mostravano dei visitatori dello zoo accarezzare energicamente o tenere in mano il piccolo uccello, che è un animale notturno, non sa volare ed è molto vulnerabile: la vicenda aveva creato in fretta un certo scompiglio e grande attenzione mediatica in Nuova Zelanda, dove i kiwi sono il simbolo nazionale e sono così popolari da aver dato il soprannome agli stessi cittadini neozelandesi.

Fino a pochi giorni fa lo zoo di Miami offriva ai propri visitatori la possibilità di incontrare da vicino Paora, l’unico kiwi ospitato nella struttura, per un prezzo di circa 25 dollari. Le visite venivano svolte durante la giornata, in piena luce, e quindi nelle condizioni meno adatte per l’animale: apparentemente, inoltre, non si seguivano le opportune indicazioni per garantire il suo benessere.

I video in cui si vedevano i visitatori dello zoo toccare, accarezzare o cercare di afferrare Paora avevano ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni online ed erano stati trasmessi anche dalla tv nazionale in Nuova Zelanda. La vicenda aveva portato una donna neozelandese ad avviare una petizione online per «salvare» l’animale che aveva raccolto quasi 10mila firme in meno di un giorno. Nella pagina della petizione la donna ricordava che i kiwi sono animali notturni, che dovrebbero vivere in ambienti bui e dovrebbero essere toccati il meno possibile: stando a quanto scrive, invece, Paora era costretto a stare sotto luci molto forti quattro giorni a settimana, passava tra le mani di decine di persone ogni giorno e veniva «deriso e mostrato come un giocattolo».

Il responsabile della comunicazione dello zoo, Ron Magill, ha spiegato a Radio New Zealand di essersi reso conto che era stato fatto «un errore enorme» e che la vicenda aveva «offeso un’intera nazione». Lo zoo ha fatto sapere che non offrirà più quel tipo di visite e Magill ha chiarito che Paora non sarà più in contatto con il pubblico né verrà esposto a luci troppo forti. Sul caso è intervenuto anche il primo ministro neozelandese Chris Hipkins, che in una conferenza stampa ha ringraziato lo zoo di Miami per aver deciso di sospendere le visite: secondo Hipkins, l’amministrazione dello zoo «si era resa conto che quello che stavano facendo non era appropriato, giusto né adatto per il kiwi».

https://twitter.com/HollyNeillNZ/status/1660793330253590529?s=20

Le attenzioni che ha ottenuto la vicenda del piccolo uccello in Nuova Zelanda potrebbero sembrare un po’ esagerate, ma nel paese i kiwi sono trattati con grande attenzione e il governo neozelandese investe da anni nella loro salvaguardia.

I kiwi appartengono all’ordine degli struzioniformi. Solitamente sono marroni, hanno una lunghezza che va dai 35 ai 65 centimetri e possono vivere fino a 50 anni. Si nutrono di insetti del sottosuolo e non sanno volare: le loro ali sono lunghe pochi centimetri e stanno nascoste sotto le piume. Prima dell’arrivo degli europei in Nuova Zelanda, nella seconda metà del Settecento, i loro predatori erano piuttosto limitati: poi però sul territorio vennero introdotti molti animali carnivori, come gatti, cani, furetti, donnole, opossum e soprattutto ermellini, che cominciarono a decimare i 70 milioni di kiwi allora presenti. Oggi in totale ce ne sono circa 70mila esemplari.

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Parte dei fondi stanziati dal governo neozelandese per la preservazione dei kiwi negli anni è stata impiegata per l’acquisto e l’installazione di trappole per i predatori: un’altra parte invece viene destinata a progetti di ricerca, nutrizione e salvaguardia.

Il dipartimento neozelandese per la Conservazione degli animali spiega che i kiwi «non devono essere allontanati con regolarità dalle loro tane per essere esposti al contatto con le persone», ma dovrebbero essere maneggiati solo in caso di controlli veterinari, per la riabilitazione o per essere trasportati altrove. Inoltre, non bisognerebbe mai toccare loro la nuca, le setole sulla testa o il becco, come si vedeva fare ad alcuni visitatori dello zoo. Il dipartimento ha scritto su Twitter che sebbene i kiwi che vivono all’estero vengano gestiti separatamente «discuterà della situazione» con le autorità statunitensi competenti per affrontare alcune delle questioni emerse sul modo in cui vengono trattati.

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