L’uomo ucciso in Siria il 3 maggio dagli Stati Uniti e precedentemente identificato come leader di al Qaida forse era un civile

Un drone statunitense MQ-9 (Isaac Brekken/Getty Images)
Un drone statunitense MQ-9 (Isaac Brekken/Getty Images)

Lo scorso 3 maggio il Centcom – il comando centrale dell’esercito statunitense responsabile delle operazioni in Medio Oriente, Nord Africa e Asia Centrale – aveva detto di aver ucciso un leader dell’organizzazione terroristica al Qaida nel nord-ovest della Siria. A più di due settimane di distanza due funzionari del dipartimento della Difesa statunitense hanno detto in forma anonima al Washington Post di dubitare che l’uomo ucciso fosse realmente un capo di al Qaida.

Secondo una ricostruzione del Washington Post, l’uomo si chiamava Lotfi Hassan Misto, aveva 56 anni e al momento della morte stava pascolando un gregge di pecore vicino a casa sua. Era stato colpito da un drone statunitense MQ-9 Reaper.

Il giornale ha parlato con diversi esperti di terrorismo secondo cui ci sono molti elementi che fanno pensare che Misto non fosse né un affiliato ad al Qaida né tantomeno un leader dell’organizzazione. Innanzitutto dopo la sua morte non c’è stata alcuna conferma da parte di al Qaida, un fatto piuttosto anomalo in casi come questo, e poi ci sono vari altri dettagli da considerare: per esempio il fatto che la città dove è stato compiuto l’attacco – Qorqanya, nella provincia di Idlib – è controllata da un gruppo rivale di al Qaida, chiamato Hayat Tahrir al Sham, e sembra improbabile che un leader dell’organizzazione potesse operare proprio in quella zona.

Le autorità statunitensi per ora non hanno confermato che l’uomo ucciso nell’attacco del 3 maggio fosse effettivamente Misto. Un portavoce di Centcom ha detto al Washington Post che verrà avviata un’indagine per appurare se sia stato ucciso un civile o meno.