La corona di Sant'Edoardo, la più importante corona britannica, usata solo al momento dell'incoronazione (Jack Hill - WPA Pool/ Getty Images)

Riti e cerimonie da re e regine

L'incoronazione di re Carlo III il prossimo 6 maggio in Inghilterra avrà molti elementi in comune con quelle di altre parti del mondo

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Il prossimo 6 maggio a Londra si terrà l’incoronazione di Carlo III, diventato re del Regno Unito e dei cosiddetti “reami del Commonwealth” lo scorso 8 settembre, il giorno della morte della regina Elisabetta II. L’incoronazione si svolgerà secondo una cerimonia solenne, caratterizzata da una serie di riti e consuetudini antichi, come accade anche in altre monarchie del mondo. Nelle cerimonie di questo tipo ci sono vari elementi in comune che servono sia per consacrare il nuovo sovrano o la nuova sovrana, sia per sancire il loro ruolo, tra cui la presenza di un trono e una corona o gesti sacri, come quello dell’unzione. In vista dell’incoronazione di Carlo III, uno degli eventi più attesi dell’anno, BBC News ne ha raccolti alcuni esempi.

Durante la cerimonia in Inghilterra l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby ungerà la testa, il petto e le mani di re Carlo III con un olio sacro realizzato con una formula segreta. Questa è considerata la parte più religiosa dell’incoronazione, visto che il sovrano del Regno Unito è anche il capo della Chiesa anglicana. Il rito dell’unzione è un momento importante dell’incoronazione anche in Thailandia, dove è preceduto da una cerimonia di purificazione.

Il 4 maggio del 2019 il re Maha Vajiralongkorn venne prima bagnato con l’acqua raccolta da nove fonti in varie parti della Thailandia, vestito di bianco. Poi, indossata l’uniforme reale, si sedette sul trono e fu consacrato re con acqua benedetta prelevata da altre 108 fonti tra le 11:52 e le 12:38 dello stesso giorno: un lasso di tempo considerato speciale nell’astrologia thailandese, spiega BBC News.

Per la gran parte della cerimonia, Carlo III siederà su un trono di legno costruito oltre 700 anni fa nel quale è incastonata la cosiddetta “pietra di Scone”. Conosciuta anche come pietra dell’Incoronazione o pietra del Destino, viene usata per ogni incoronazione dei sovrani britannici fin dal Seicento, e prima ancora per i re di Scozia. Solitamente si trova proprio a Edimburgo, ma pochi giorni fa è stata preparata per essere trasportata a Londra, dove sarà posata nel trono, appunto lo stesso su cui fu incoronata Elisabetta II il 2 giugno del 1953.

Il duca di Buccleuch assieme a due ufficiali davanti alla “pietra di Scone” nel castello di Edimburgo, prima che venga trasportata all’abbazia di Westminster per l’incoronazione di Carlo III (Reuters/ Russell Cheyne/ Pool via Getty Images)

C’è un trono particolare anche al centro della cerimonia di incoronazione del monarca del popolo Ashanti, nella parte meridionale del Ghana, nell’Africa occidentale. Dal Settecento l’oggetto più sacro per gli Ashanti, che facevano parte di un antico impero, è il Sika Dwa Kofi, letteralmente lo “sgabello d’oro nato di venerdì”, che si dice rappresenti l’anima del popolo. Oggi il Ghana è una repubblica presidenziale, ma la figura del monarca degli Ashanti esiste ancora ed è il loro leader spirituale (dal 1999 è Otumfuo Nana Osei Tutu II, che ha 72 anni, due in meno di Carlo III).

La leggenda dice che lo sgabello fosse sceso dal cielo per finire tra le braccia del primo re Ashanti per volere di Okomfo Anokye, uno dei due fondatori dell’impero. Considerato sacro, lo sgabello d’oro non può mai toccare la terra né il suolo e viene spostato solo in occasioni eccezionali: nessuno ci si può sedere, compreso il monarca, che durante l’incoronazione viene sollevato sopra di esso, ma senza toccarlo mai.

La bandiera del popolo Ashanti, con lo sgabello d’oro (Wikimedia Commons, dominio pubblico)

Come accadde durante l’incoronazione di Elisabetta II, l’arcivescovo di Canterbury ungerà Carlo III dietro a una specie di baldacchino, pensato per coprire la visuale durante questo importantissimo momento. Si usa un espediente simile anche durante l’insediamento dell’imperatore del Giappone, quando dei tendaggi di colore viola vengono aperti per rivelare il nuovo imperatore davanti al trono, posto sopra a una pedana. A quel punto, durante la cerimonia, i presenti gridano “Banzai!”, un’esclamazione con cui gli augurano una lunga vita (“Banzai” vuol dire diecimila anni).

– Leggi anche: Che re sarà Carlo III

Uno degli accessori che contraddistinguono più spesso re o imperatori è la corona, simbolo di potere e sovranità. Carlo III indosserà la corona di Sant’Edoardo, realizzata nel 1661 per re Carlo II, d’oro e decorata con varie pietre preziose, tra cui zaffiri e rubini. Questa è la corona più importante del Regno Unito, pesa più di 2 kg ed è usata solo per un breve periodo durante le incoronazioni. Al termine della cerimonia Carlo III indosserà la Corona imperiale di Stato, che pesa circa la metà e viene utilizzata in diverse occasioni, tra cui la cerimonia di apertura del parlamento britannico.

Tra i paesi in cui si usa una corona c’è il Lesotho, dove è fatta in pelle di vitello ed è accompagnata da un mantello di pelle animale e da una tunica blu con il ricamo di un coccodrillo dorato. La corona viene usata durante l’incoronazione di sovrane e sovrani anche in Danimarca, dove attualmente regna Margherita, l’unica sovrana regnante in Europa e la seconda più longeva tra i monarchi ancora in vita. Non indossano invece una corona né l’imperatore giapponese né il re di Spagna, come si è notato alla proclamazione di Felipe VI nel 2014, dove comunque la corona e lo scettro usati fin da inizio Ottocento erano esposti durante la cerimonia. È comunque la norma che sovrane e sovrani indossino abiti o indumenti speciali.

L’imperatore Naruhito e l’imperatrice Masako durante l’insediamento al palazzo imperiale di Tokyo, il 22 ottobre del 2019 (Kazuhiro Nogi/ Pool Photo via AP)

Durante la sua incoronazione per esempio la regina Elisabetta II indossò un mantello di velluto lungo circa sette metri, con decorazioni in oro e argento che richiesero oltre 3.500 ore di lavoro per essere realizzate. Per la sua, nel 2013, indossò un lungo mantello anche il re dei Paesi Bassi Willem Alexander. Quello per l’incoronazione il nuovo re degli zulu dovette trovarselo da solo, per così dire: prima di essere incoronato, lo scorso agosto, Misuzulu ka Zwelithini ha dovuto infatti cacciare e uccidere un leone assieme ad alcuni suoi assistenti per ricavare la pelle con cui si è poi coperto durante la cerimonia.

Con circa 14 milioni di appartenenti, gli zulu sono il gruppo etnico più numeroso e influente del Sudafrica. Concretamente il loro re non ha potere politico formale, però è il leader morale di un regno grande più o meno quanto il Piemonte e la Valle d’Aosta messi insieme. Data la sua grande influenza, il re degli zulu è molto invidiato dai re degli altri gruppi etnici del Sudafrica e molto rispettato dai politici del paese, che gli riservano sempre grandi attenzioni, soprattutto in periodo di elezioni. Prima dell’incoronazione di Misuzulu per oltre un anno varie fazioni della famiglia si erano contese il diritto di nominare il successore del longevo re Goodwill Zwelithini, suo padre, tra accuse pubbliche, insulti e cause in tribunale.

Il nuovo re degli zulu durante una delle cerimonie per la sua incoronazione, il 20 agosto del 2022 (AP Photo)

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