In Nebraska e South Carolina sono state respinte due leggi che avrebbero limitato molto l’interruzione volontaria di gravidanza

Un'attivista per i diritti delle donne festeggia dopo che il Senato del Nebraska ha respinto una proposta di legge molto restrittiva sull'aborto (Larry Robinson/Lincoln Journal Star via AP)
Un'attivista per i diritti delle donne festeggia dopo che il Senato del Nebraska ha respinto una proposta di legge molto restrittiva sull'aborto (Larry Robinson/Lincoln Journal Star via AP)

Giovedì nei parlamenti locali di Nebraska e South Carolina, due stati degli Stati Uniti, sono state respinte due leggi che avrebbero limitato molto la possibilità di ricorrere legalmente all’interruzione volontaria di gravidanza.

In entrambi gli stati il parlamento è controllato dai Repubblicani: un partito che da anni ha posizioni sempre più conservatrici sul diritto all’aborto, e che dopo una recente sentenza della Corte Suprema che lo ha eliminato a livello nazionale sta cercando di smantellare le leggi locali che lo garantiscono.

Ci sono però delle eccezioni a questa tendenza: in South Carolina una legge che avrebbe eliminato o quasi la possibilità di abortire è stata respinta dal Senato anche grazie all’opposizione di sei Repubblicani, fra cui cinque donne. La nuova legge avrebbe avuto conseguenze significative anche per gli stati vicini: il South Carolina è uno dei pochi stati del Sud governati dai Repubblicani in cui l’interruzione volontaria di gravidanza è possibile, anche se entro le prime 22 settimane.

Anche in Nebraska una simile proposta di legge, che l’avrebbe vietata dopo la sesta settimana di gravidanza, è stata respinta grazie anche all’opposizione di una parte dei Repubblicani. Per continuare il suo iter legislativo la proposta di legge aveva bisogno di 33 voti sui 50 del Senato: ne ha ottenuti 32 perché uno dei senatori Repubblicani, Merv Riepe, si è astenuto contrariamente alle indicazioni del partito e del governatore Jim Pillen, anche lui Repubblicano.