Il North Dakota ha approvato una delle leggi sul diritto all’aborto più restrittive di tutti gli Stati Uniti 

(AP Photo/Alex Brandon, File)
(AP Photo/Alex Brandon, File)

Lunedì il governatore Repubblicano dello stato americano del North Dakota, Doug Burgum, ha firmato una delle leggi più restrittive sul diritto all’aborto di tutti gli Stati Uniti, che di fatto lo rende illegale in quasi tutti i casi, con pochissime eccezioni. In base alla legge appena firmata si potrà interrompere una gravidanza solo in particolari casi di stupro, incesto o emergenza medica, e comunque solo entro le prime sei settimane. Annunciando la legge, Burgum ha detto che «riafferma che il North Dakota è uno stato pro-vita».

Già prima di questa legge il North Dakota aveva regole estremamente restrittive sull’aborto. Tra le altre cose nel North Dakota non ci sono più cliniche in cui poter interrompere una gravidanza: l’estate scorsa l’ultima struttura rimasta aperta era stata trasferita in Minnesota. La legge appena firmata entrerà in vigore con effetto immediato, anche se è probabile che sarà oggetto di ricorsi e contestazioni che potrebbero bloccarla: è ciò che è successo con un precedente divieto all’aborto, sempre in questo stato, che sarebbe dovuto entrare in vigore l’estate scorsa ma che è stato sospeso dalla Corte suprema dello stato a seguito di un ricorso sulla sua costituzionalità.

L’estate scorsa la Corte Suprema statunitense, di orientamento sempre più conservatore, ha revocato il diritto all’aborto a livello nazionale, ribaltando la storica sentenza “Roe v. Wade” del 1973. Da quel momento le decisioni sulle politiche legate all’aborto sono in mano ai singoli stati, senza particolari regole a livello federale. Il North Dakota è uno dei molti stati che da dopo la sentenza della Corte suprema hanno introdotto divieti e restrizioni.