Daniela Lo Verde, preside di una scuola di Palermo e nota per il suo impegno contro la mafia, è stata arrestata per peculato e corruzione

Daniela Lo Verde e il vicepreside Daniele Agosta ripreso mentre porta via un computer dalla scuola (ANSA/CARABINIERI)
Daniela Lo Verde e il vicepreside Daniele Agosta ripreso mentre porta via un computer dalla scuola (ANSA/CARABINIERI)

Venerdì i carabinieri hanno arrestato Daniela Lo Verde con l’accusa di peculato e corruzione: Lo Verde è preside dell’istituto “Giovanni Falcone” del quartiere Zen di Palermo, ed era stata nominata Cavaliere del lavoro nel 2020. Negli scorsi anni di Lo Verde si era parlato in più occasioni su giornali locali e nazionali per il suo impegno contro il degrado dello Zen, quartiere della periferia di Palermo dove la mafia è particolarmente radicata.

Secondo l’accusa Lo Verde avrebbe sottratto cibo per la mensa della scuola, computer, tablet e telefoni destinati agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei. L’indagine che ha portato all’arresto si è avvalsa di molte intercettazioni ed è della procura europea, che si occupa di perseguire le frodi compiute con l’uso irregolare dei fondi pubblici dell’Unione Europea. Lo Verde è stata messa agli arresti domiciliari, e lo stesso provvedimento è stato applicato a due suoi presunti complici, il vicepreside Daniele Agosta e Alessandra Conigliaro, dipendente di una società che si occupa della vendita di materiale informatico.

Lo Verde era stata nominata Cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica per il suo sostegno agli studenti della scuola durante i primi mesi della pandemia da coronavirus. Nelle motivazioni dell’onorificenza si diceva che Lo Verde aveva «lanciato una campagna di raccolta fondi per regalare la spesa alimentare ad alcune famiglie in difficoltà» e un appello «per recuperare pc e tablet per consentire ai suoi allievi di seguire le lezioni a distanza».