L’ex brigatista Lauro Azzolini è indagato a Torino per l’omicidio di un carabiniere, compiuto nel 1975 in provincia di Alessandria

La Cascina Spiotta (Wikimedia Commons)
La Cascina Spiotta (Wikimedia Commons)

Lauro Azzolini, storico membro del nucleo storico della sezione milanese del gruppo terroristico delle Brigate Rosse, è indagato dalla procura di Torino per omicidio in relazione al conflitto a fuoco avvenuto nel 1975 nei pressi della cascina Spiotta di Arzello, in provincia di Alessandria, in cui vennero uccisi l’appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso e la brigatista Mara Cagol.

Da alcuni mesi la procura nazionale antiterrorismo e la procura di Torino hanno aperto un nuovo fascicolo di indagine sul caso, risalente a 47 anni fa. La sparatoria, a cui ora si crede che Azzolini abbia partecipato per poi scappare, cominciò quando quattro carabinieri arrivarono alla cascina sospettando che le Brigate Rosse vi tenessero l’industriale Vittorio Vallarino Gancia, da loro sequestrato. Nel corso della sparatoria un tenente dei carabinieri, Umberto Rocca, perse un braccio e un occhio in seguito al lancio di una bomba a mano, e un altro carabiniere, il maresciallo Rosario Cattafi, rimase leggermente ferito. Un brigatista, che era insieme a Cagol, riuscì a scappare nelle campagne della zona: in base alle nuove indagini, si crede fosse appunto Lauro Azzolini, che oggi ha 79 anni ed è in regime di semilibertà dopo essere stato arrestato e condannato all’ergastolo nel 1978.

La procura di Torino gli contesta l’omicidio del carabiniere D’Alfonso, dato che il reato di sequestro di persona è ormai caduto in prescrizione. Oltre a lui è indagato anche Renato Curcio, che all’epoca controllava la sezione torinese delle Brigate rosse: gli viene contestato di aver avuto una corresponsabilità nell’omicidio, pur non essendo presente sul luogo quel giorno, per via del suo ruolo nell’organizzazione. L’indagine della procura di Torino è stata aperta dopo che un anno fa il figlio di D’Alfonso aveva presentato un esposto.