I giudici coinvolti nel caso di Artem Uss sono stati messi sotto procedimento disciplinare

L'imprenditore russo era evaso mentre era agli arresti domiciliari: nei prossimi giorni il ministro Nordio ne parlerà in parlamento

Artem Uss (RIA Novosti/social Artyom Uss)
Artem Uss (RIA Novosti/social Artyom Uss)
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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha avviato un procedimento disciplinare contro i tre giudici della Corte d’Appello di Milano che avevano disposto gli arresti domiciliari per Artem Uss, l’imprenditore russo 40enne accusato di reati molto gravi che era evaso lo scorso 22 marzo, probabilmente con l’aiuto di una rete di complici. L’azione disciplinare riguarda il contenuto dell’ordinanza con cui i giudici avevano deciso che Uss potesse essere messo agli arresti in una casa di sua proprietà fuori Milano invece che in carcere: secondo Nordio mostrerebbe una grave negligenza dei giudici, che non avrebbero valutato in maniera adeguata una serie di elementi indicati dalla procura in un parere contrario ai domiciliari.

Un’azione disciplinare di questo genere è un fatto piuttosto inedito. Le motivazioni per cui è stata decisa non sono ancora state rese pubbliche ma sono state anticipate da Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, che ha citato alcuni stralci dell’atto in cui il ministro ha comunicato l’azione disciplinare. Una nota del ministero della Giustizia ha comunque fatto sapere che Nordio terrà un’informativa in parlamento sulla questione nei prossimi giorni, probabilmente già entro questa settimana, in cui spiegherà le sue ragioni in modo più approfondito.

Finché non si sapranno ufficialmente le ragioni è difficile stabilire che conseguenze potrà avere il procedimento: in generale, comunque, le sanzioni possibili variano di entità, dal semplice ammonimento alla sospensione delle funzioni per un periodo che va da tre mesi a due anni. La sanzione più grave è la rimozione. I giudici contro cui è stata avviata l’azione disciplinare sono Monica Fagnoni, Micaela Curami e Stefano Caramellino della Corte d’Appello di Milano.

Dopo la fuga di Uss il governo aveva già accusato più o meno apertamente la magistratura di Milano. La stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ne aveva parlato come di un fatto «abbastanza grave» e aveva definito «motivazioni discutibili» quelle che i giudici avevano usato per stabilire gli arresti domiciliari. La scorsa settimana Meloni aveva anche tenuto un’audizione al Copasir, la commissione parlamentare che controlla le attività dei servizi segreti italiani, in cui secondo il racconto di alcuni giornali avrebbe negato ogni responsabilità del suo governo e dell’intelligence italiana per la fuga di Uss, sostenendo che non fossero a conoscenza della sua pericolosità.

Il caso è particolarmente delicato e sta diventando anche un problema diplomatico per l’Italia, perché Uss era ricercato negli Stati Uniti ed era in attesa di essere estradato. I reati di cui è accusato Uss sono: violazione dell’embargo nei confronti del Venezuela in una vicenda di contrabbando di petrolio verso Cina e Russia; frode bancaria; riciclaggio; contrabbando di tecnologie militari dagli Stati Uniti verso la Russia. Quest’ultima è l’accusa più grave, perché dalle indagini sembra che le tecnologie militari fossero destinate all’esercito russo e questo dimostrerebbe un coinvolgimento diretto di Uss nella guerra in Ucraina.

Uss era stato fermato all’aeroporto di Malpensa il 17 ottobre dello scorso anno mentre si stava imbarcando per Istanbul, ed era stato arrestato sulla base di un mandato di arresto internazionale emesso dalle autorità giudiziarie di New York. Dopo l’arresto era cominciata una disputa giudiziaria tra Stati Uniti e Russia, che avevano fatto all’Italia due differenti richieste di estradizione. La richiesta russa era probabilmente un tentativo di far rientrare Uss, piuttosto che il frutto di una reale intenzione di processarlo.

Mentre la Corte d’Appello di Milano cercava di dirimere la questione dell’estradizione, il 25 novembre aveva concesso a Uss gli arresti domiciliari nella sua casa di Basiglio, fuori Milano. Uss doveva indossare il braccialetto elettronico, un dispositivo fissato alla caviglia che attiva un allarme se la persona ai domiciliari si allontana dal perimetro stabilito. Il 21 marzo del 2023 la Corte d’Appello si era infine riunita e aveva deciso di autorizzare l’estradizione di Uss negli Stati Uniti. Il giorno dopo, però, Uss era evaso dai domiciliari.

Per la gravità delle accuse a suo carico negli Stati Uniti, Uss viene definito un trafficante di armi pericoloso per la sicurezza nazionale. Suo padre è un imprenditore russo estremamente ricco e influente ed è il governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk: dopo l’evasione del figlio ha ringraziato pubblicamente il presidente russo Vladimir Putin, e anche per questo si sospetta che la fuga sia stata organizzata attentamente, con l’aiuto di una rete di complici in cui potrebbe avere avuto un ruolo anche l’intelligence russa.

Tutti questi elementi erano stati elencati nel parere con cui la procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, aveva motivato la sua contrarietà agli arresti domiciliari: sono gli stessi per cui secondo Nordio era chiaro il pericolo di fuga.