Per Meloni le parole di La Russa su via Rasella erano «una sgrammaticatura istituzionale»

Ha commentato così la contestata – e falsa – ricostruzione storica dell'attentato partigiano fatta dal presidente del Senato venerdì scorso

(Mauro Scrobogna /LaPresse)
(Mauro Scrobogna /LaPresse)

Lunedì mattina la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato quanto detto venerdì scorso dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, a proposito dell’attentato di via Rasella del 1944. La Russa, che è dello stesso partito di Meloni, Fratelli d’Italia, era stato duramente criticato dalle opposizioni e non solo perché aveva definito l’attentato «una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza» e aveva detto alcune cose false, tra cui che quelli uccisi dai partigiani non erano nazisti ma «una banda musicale di semi pensionati altoatesini».

Lunedì, durante una visita al Vinitaly, la più importante fiera vinicola italiana che si tiene a Verona, Meloni ha detto:

Il mio pensiero è che era una sgrammaticatura istituzionale.

Con questa formulazione Meloni ha voluto dire che La Russa non doveva esprimersi in quella maniera, considerato il suo ruolo: il presidente del Senato infatti è la seconda carica più importante dello Stato dopo il presidente della Repubblica, e a prescindere dalla sua appartenenza politica dovrebbe mantenere un atteggiamento pubblico imparziale e, per quanto possibile, sopra le parti. Meloni ha poi aggiunto che La Russa dopo poco si era scusato per le sue parole, e che quindi la polemica era di fatto già risolta.

– Leggi anche: Storia dell’attentato di via Rasella

Sabato La Russa aveva diffuso una nota ufficiale in cui aveva detto di aver «sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti» e aveva chiesto scusa «con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso».

La Russa iniziò la sua carriera politica nel Movimento Sociale Italiano (MSI), il partito fondato nel 1946 da ex fascisti e membri della Repubblica Sociale Italiana, e anche negli anni successivi non ha mai nascosto le sue simpatie per l’estrema destra, né il suo passato di militanza nel Fronte della Gioventù, la sezione giovanile dell’MSI. Nel 1995 aderì alla cosiddetta “svolta di Fiuggi” promossa da Gianfranco Fini, l’operazione con cui l’allora segretario del partito trasformò l’MSI in Alleanza Nazionale, cercando di ammorbidire e sfumare i legami del partito con il passato fascista. Nel 2012 fondò Fratelli d’Italia insieme a Meloni e a Guido Crosetto.

Dopo le sue frasi su via Rasella, pronunciate in un podcast del quotidiano Libero, aveva ricevuto moltissime critiche dai partiti di opposizione, dalla comunità ebraica, dall’ANPI (l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e anche da alcuni membri della maggioranza che avevano giudicato le sue parole poco opportune.