Le più grandi banche statunitensi hanno deciso di depositare 30 miliardi di dollari presso First Republic Bank, un’altra banca in difficoltà

(Justin Sullivan/Getty Images)
(Justin Sullivan/Getty Images)

Giovedì le 11 più grandi banche statunitensi sono intervenute a sostegno di First Republic Bank, una banca regionale i cui titoli stavano perdendo valore in borsa da giorni, decidendo di depositare ciascuna una somma considerevole a titolo di conto corrente, in modo da dimostrare agli investitori che la banca è solida e che ha la loro piena fiducia. Il crollo in borsa si è così fermato e ieri i titoli di First Republic Bank hanno guadagnato circa il 10 per cento (dopo che nel giro di una settimana avevano perso circa due terzi del loro valore). Il piano è stato discusso con la Segretaria al tesoro Janet Yellen e tra le banche coinvolte ci sono JP Morgan, Citigroup, Wells Fargo, Bank of America, Morgan Stanley e Goldman Sachs: complessivamente hanno depositato presso First Republic Bank circa 30 miliardi di dollari.

La mossa si inserisce in un più ampio piano di solidarietà tra le banche statunitensi, che da giorni stanno facendo girare molto denaro tra di loro per dimostrare che si fidano l’una dell’altra e per provare a fermare l’ondata di panico tra investitori e clienti che si è scatenata dopo il fallimento di Silicon Valley Bank e Signature Bank e che ha colpito soprattutto le cosiddette banche regionali negli Stati Uniti – ossia banche di medie dimensioni molto legate al territorio e al tessuto produttivo i cui clienti hanno iniziato a ritirare denaro in massa per paura di perdere i loro soldi.

Venerdì la banca ha poi comunicato che avrebbe sospeso l’erogazione dei dividendi degli azionisti per salvaguardare la liquidità, innescando di nuovo massicce vendite dei suoi titoli e grosse perdite in borsa.

– Leggi anche: Come si decide se lasciar fallire una banca