(Una scena di The Fabelmans)

I migliori film di questi Oscar

Quali sono i dieci candidati al premio più importante, di cosa parlano e dove si possono vedere

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La novantacinquesima cerimonia di premiazione degli Oscar si terrà nella notte italiana tra domenica e lunedì. Come ogni anno dal 2010, i candidati al premio per il miglior film sono dieci, e in linea di massima sono anche i film che hanno ottenuto più candidature nelle varie categorie, e quindi quelli che finiranno per spartirsi la maggior parte dei premi per i lungometraggi. Alcuni sono dei grossi blockbuster, ma il film che quasi tutti pensano vincerà è costato pochissimo, e il suo successo è stato una grossa sorpresa.

I dieci candidati a miglior film di questi Oscar sono: Everything Everywhere All At Once, Niente di nuovo sul fronte occidentale, Gli spiriti dell’isola, Elvis, Top Gun: Maverick, Avatar: La via dell’Acqua, The Fabelmans, Tár, Triangle of Sadness e Women Talking – Il diritto di scegliere. Le candidature spaziano molto tra i generi: ci sono due grossi blockbuster, un film di fantascienza sopra le righe, una storia emblematica della Prima guerra mondiale, un dramma con momenti di umorismo nero ambientato su una remota isola irlandese e una commedia satirica ambientata su una crociera di superlusso, due film drammatici trainati da protagoniste femminili, un film biografico e uno semi-autobiografico. Di seguito ci sono un po’ di cose da sapere su ognuno, nell’ordine in cui li mette Feinberg Forecast, la previsione curata ogni anno dall’editore dell’Hollywood Reporter Scott Feinberg dopo aver consultato moltissimi giurati, addetti ai lavori e persone che hanno partecipato alle premiazioni che precedono gli Oscar.

Everything Everywhere All At Once

È considerato quasi all’unanimità il favorito per la vittoria, e quello candidato in più categorie, 11, tra cui il premio per il miglior regista (a Daniel Kwan e Daniel Scheinert, detti “i Daniels”), la miglior sceneggiatura originale, la miglior attrice (Michelle Yeoh), il miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan), la miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis e Stephanie Hsu), miglior montaggio, migliori costumi, migliore colonna sonora e migliore canzone.

È un film di fantascienza a tratti demenziale e surreale che esplora sia il concetto di universi paralleli sia un tema più maturo e serio, ovvero la vita frustrante di una donna cinese negli Stati Uniti, che deve far quadrare le spese della lavanderia che gestisce e vari problemi familiari, tra cui gli scontri con la figlia lesbica e un possibile divorzio dal marito. Privo di registi famosi, privo di un grande budget, privo di una grande saga alle spalle, privo di attori capaci di attirare pubblico da soli e con una protagonista non più giovane, ha ottenuto un successo inaspettato. E c’è chi spera che sia un punto di svolta per il cinema statunitense, che negli ultimi anni ha puntato molto di più su prequel e sequel, investendo poco in storie originali e progetti ambiziosi.

Per ora non è su alcuna piattaforma di streaming in Italia, ma alcuni cinema l’hanno inserito nuovamente in programmazione in vista degli Oscar.

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Si basa sull’omonimo e celebre romanzo di Erich Maria Remarque, ambientato durante la Prima guerra mondiale: racconta la storia di un giovane soldato tedesco pieno di ideali eroici, Paul Bäumer, che arriva al fronte dopo essersi volontariamente arruolato nell’esercito con i suoi amici: scoprirà velocemente la realtà terribile della guerra.

Non è il primo adattamento cinematografico del romanzo di Remarque, ma è l’unico a essere stato diretto e prodotto in Germania. A livello internazionale ha ottenuto molti complimenti perché è considerato molto fedele al testo originale, che aveva un forte messaggio pacifista, e perché è raro vedere un film a distribuzione internazionale che racconti la Prima guerra mondiale dal punto di vista tedesco. In Germania è stato apprezzato un po’ meno, perché ritenuto troppo cinico e superficiale rispetto al testo originale. Secondo la storica Bethany Wyatt, si tratta comunque del «miglior film sulla Prima guerra mondiale di sempre».

È candidato in nove categorie, tra cui migliore sceneggiatura, miglior film internazionale, miglior colonna sonora e migliore fotografia. È disponibile su Netflix da settembre, ma molti critici consigliano di vederlo al cinema per apprezzarne meglio la colonna sonora e l’impatto visivo.

Top Gun: Maverick

È il sequel arrivato quasi trent’anni dopo Top Gun, famosissimo film d’azione del 1986 che aveva lanciato la carriera di Tom Cruise, ma è anche il film che secondo Steven Spielberg «ha salvato il culo a Hollywood» portando moltissime persone nei cinema messi in difficoltà dalla pandemia. È il classico blockbuster costosissimo che ruota attorno al carisma del protagonista, che è ancora Tom Cruise nei panni di Pete “Maverick” Mitchell, cresciuto e diventato capitano di vascello della Marina degli Stati Uniti. La premessa è la seguente: dopo 30 anni di servizio, Maverick deve addestrare un giovane gruppo di cadetti per una missione di alto profilo. Tra loro c’è Rooster, figlio di Goose, uno dei principali personaggi del film originale.

Top Gun: Maverick è candidato in sei categorie, tra cui miglior canzone originale per “Hold My Hand” di Lady Gaga, migliore sceneggiatura adattata, migliori effetti visivi, montaggio e sonoro. Si può trovare su Paramount+, Now TV e Amazon Prime Video, e può essere acquistato su YouTube, Google Play Film e Apple TV.

Tár

Presentato a Venezia, è considerato da molti la migliore performance della carriera di Cate Blanchett, che interpreta il ruolo di Lydia Tár, personaggio che nel mondo di finzione immaginato dal regista Todd Field è famosissimo in quanto direttrice d’orchestra e compositrice geniale. Il film racconta la storia della caduta di Tár, accusata di comportamenti predatori e vessatori nei confronti di diverse delle proprie allieve.

Il film è candidato in sei categorie: miglior regista, miglior sceneggiatura originale, migliore fotografia, miglior editing e migliore attrice per Blanchett, che in passato ha già vinto l’Oscar per i suoi ruoli in Blue Jasmine e The Aviator. Il critico del New York Times A. O. Scott l’ha definito un film «elegantemente crudele e crudelmente elegante». È in programmazione in vari cinema italiani, e si può guardare in streaming sulla piattaforma Chili.

Gli spiriti dell’isola

Colin Farrell e Brendan Gleeson avevano già dimostrato di lavorare benissimo insieme nel film del 2008 In Bruges – La coscienza dell’assassino, diretto da Martin McDonagh. Così, il regista britannico ha deciso di farli nuovamente recitare insieme in un suo film: il risultato è Gli spiriti dell’isola, un film drammatico in cui però si ride anche, che racconta la storia di due amici di vecchia data che vivono da decenni su un’isola remota al largo della costa occidentale dell’Irlanda negli anni della guerra civile. Lo snodo della trama del film è singolare: uno dei due, Colm (Gleeson), all’improvviso si stufa dell’altro, Pádraic (Farrell), e si rifiuta di frequentarlo ulteriormente.

È un film a tratti enigmatico, caratterizzato anche da momenti di violenza all’apparenza insensata. È candidato in nove categorie, tra cui miglior regista, miglior sceneggiatura originale, miglior editing, migliore colonna sonora originale. Tutti gli attori che compongono il cast principale sono candidati all’Oscar per le loro interpretazioni: Farrell compete per il premio per il miglior attore, Kerry Condon per la miglior attrice non protagonista, Gleeson e Barry Keoghan per il miglior attore non protagonista. Si può vedere in streaming su Disney+ o al cinema.

Elvis

Si tratta del classico film biografico di Hollywood che racconta la storia di una celebrità dalla nascita alla morte: in questo caso, quella di Elvis Presley, uno dei più celebri cantanti della storia, “re del rock and roll” che rese questo genere musicale popolare anche tra i bianchi. Il film si concentra soprattutto sul rapporto tra Presley (interpretato da Austin Butler, che secondo molti vincerà l’Oscar per il miglior attore) e il suo agente, interpretato da Tom Hanks.

È candidato in otto categorie, tra cui migliore fotografia, miglior editing e migliori costumi. È possibile acquistarlo su YouTube, Google Play Film e Apple TV per guardarlo in streaming.

The Fabelmans

È il 33esimo film diretto da Steven Spielberg, e quello in assoluto più autobiografico. Racconta la storia di Sammy Fabelman, un bambino che si innamora del cinema da piccolo, negli anni Cinquanta, e persegue questa passione per tutta l’infanzia e l’adolescenza nonostante i dubbi del padre, alcune difficoltà familiari, e l’antisemitismo dei compagni del liceo. Spielberg pensa a questo film dal 1999, ma l’ha posticipato a lungo per timore che non piacesse ai suoi genitori e che non condividessero «il suo punto di vista amorevole ma critico su com’è stato crescere con loro».

Il film ha vinto il premio principale ai Golden Globe ed è candidato a sette Oscar: miglior attrice per Michelle Williams nei panni di Mitzi Fabelman, miglior attore non protagonista per Judd Hirsch, miglior regista per Spielberg (che ne ha già vinti 3, con Schindler’s List e Salvate il soldato Ryan), miglior sceneggiatura originale, miglior colonna sonora originale e miglior scenografia. La colonna sonora di John Williams, storico collaboratore del regista, dovrebbe essere l’ultima prima di concentrarsi sull’attività di concertista. The Fabelmans si può trovare ancora in programmazione in alcuni cinema.

Triangle of sadness

Diretto dallo svedese Ruben Östlund, è stato uno dei film più premiati e apprezzati del 2022: ha vinto la Palma d’Oro, il premio più importante del Festival di Cannes, e due Golden Globe. Paragonato da molti a Parasite, celebre film sudcoreano sul conflitto tra una famiglia poverissima e una ricchissima Seul, è una commedia un po’ assurda – e con vari colpi di scena inaspettati – ambientata su uno yacht di lusso, che esplora i rapporti di classe e il ruolo sociale degli influencer.

È candidato anche all’Oscar per il miglior regista e per quello alla migliore sceneggiatura originale. Si può acquistare su Google Play Film e Amazon Prime Video.

– Leggi anche: Il nuovo ruolo dei ricchi nel cinema e nella tv

Avatar: Le vie dell’acqua

È il posticipatissimo sequel di Avatar, film di fantascienza diretto dallo statunitense James Cameron nel 2009, che era entrato velocemente nella classifica dei film con i maggiori incassi di sempre ma poi è stato sostanzialmente dimenticato senza lasciare una grande impronta nella cultura pop. Nonostante lo scetticismo, anche Le vie dell’acqua ha attirato moltissimo pubblico nelle sale.

Riprende la storia di Jake Sully e della compagna Neytiri, che dopo essersi difesi con successo dall’invasione umana nel primo film hanno continuato a guidare una grossa comunità di alieni Na’vi che vive nelle foreste del pianeta Pandora. È molto lungo, e come il primo Avatar contiene varie riflessioni sul rapporto tra gli esseri umani e gli altri esseri viventi, ma anche sul colonialismo e sull’estrazione di risorse. Tutte in realtà piuttosto banali: rimane sostanzialmente un film d’azione. È candidato a quattro Oscar: oltre a quello per il miglior film, a quelli per gli effetti visivi, il sonoro e la produzione.

Sarà disponibile per l’acquisto e il noleggio su piattaforme come Prime Video, Apple TV, YouTube, TimVision, Rakuten, Chili e Sky dal 28 marzo.

Women talking – Il diritto di scegliere

È l’adattamento cinematografico del romanzo del 2018 Donne che parlano, di Miriam Toews, liberamente tratto da avvenimenti accaduti tra il 2005 e il 2009 in una colonia di mennoniti (una comunità di cristiani anabattisti che vivono in piccole comunità isolate, organizzate attorno ai valori della sobrietà e della carità) in Bolivia. Per anni, gli uomini della comunità avevano sedato le donne con anestetici per animali e le avevano stuprate ripetutamente, comprese bambine e donne anziane, causando anche gravidanze indesiderate. Quando qualcuna aveva provato a denunciare l’accaduto gli uomini avevano negato, attribuendo gli attacchi a demoni e fantasmi.

È un film lento e riflessivo, trainato dalle interpretazioni intense di attrici come Rooney Mara, Claire Foy e Jessie Buckley. Diretto dalla canadese Sarah Polley, è candidato anche all’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Si trova ancora in programmazione al cinema.

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