Rupert Murdoch ha ammesso che Fox News diffuse teorie del complotto sulle elezioni americane del 2020

«Col senno di poi, avrei voluto che fossimo stati più decisi nel denunciare questa cosa»

(AP Photo/Mary Altaffer, File)
(AP Photo/Mary Altaffer, File)

Rupert Murdoch, fondatore e presidente del canale televisivo via cavo Fox News che possiede anche moltissime altre testate conservatrici, come il Sun e il Times nel Regno Unito e il New York Post, ha ammesso che i conduttori dei canali televisivi di Fox News hanno sostenuto false teorie del complotto secondo cui Donald Trump avrebbe vinto le elezioni statunitensi del 2020, pur sapendo perfettamente che non c’era niente di vero.

Dopo la vittoria del candidato Democratico Joe Biden alle elezioni statunitensi del 2020, Trump e molti suoi sostenitori hanno più volte affermato, senza alcuna prova tangibile, che il risultato era stato falsato da estesi brogli elettorali e che Trump fosse il legittimo vincitore. Questa teoria del complotto, detta anche “la Grande Bugia”, è stata amplificata spesso da testate e canali televisivi conservatori anche molto seguiti, tra cui Fox News, che è il canale televisivo più guardato negli Stati Uniti, ha un orientamento decisamente di destra ed è molto influente nel Partito Repubblicano. Secondo i sondaggi dello scorso ottobre, il 62 per cento degli elettori Repubblicani crede che Donald Trump sia stato il vero vincitore delle elezioni del 2020, e diverse persone che condividono questa idea sono state elette al Congresso statunitense.

Murdoch aveva già descritto l’ossessione di Trump con la “Grande Bugia” «una cosa terribile che ci danneggia tutti». Ma la sua rete televisiva ha comunque continuato a invitare personaggi che sostenevano questa storia falsa, e vari conduttori di spicco hanno continuato a presentarla come una possibilità negli ultimi quattro anni.

Di recente, Murdoch è stato chiamato a testimoniare sotto giuramento in un caso di diffamazione contro Fox News intentato da Dominion Voting Systems, un’azienda che produce macchinari per il voto elettronico. Dominion ritiene che i ripetuti dubbi sull’affidabilità di questi macchinari sollevati da Fox News durante i suoi programmi ne abbiano rovinato la reputazione, e che la dirigenza della rete sapesse che le affermazioni sui brogli erano false, ma le abbia trasmesse comunque per inseguire profitti e popolarità tra gli spettatori.

Tra le ipotesi fatte da vari ospiti di Fox News dopo le elezioni, c’era l’idea falsa che i macchinari di Dominion fossero programmati con un algoritmo segreto che poteva spostare i voti da un candidato all’altro e che l’azienda fosse stata fondata in Venezuela per aiutare il leader autoritario del paese Hugo Chávez a falsare le elezioni. Dominion vuole essere risarcita con 1,6 miliardi di dollari.

Nella sua deposizione, Murdoch ha negato che Fox News nel suo insieme avesse sostenuto la “Grande Bugia”, ma ha confermato che diversi dei propri conduttori di spicco – tra cui Sean Hannity, Maria Bartiromo, Jeanine Pirro e Lou Dobbs – hanno contribuito a dare credibilità a queste affermazioni pur sapendo che erano bugie:

Avrei potuto fermarli, ma non l’ho fatto. (…) Col senno di poi, avrei voluto che fossimo stati più decisi nel denunciare questa cosa.

Alcuni dei conduttori stessi, in privato o sotto deposizione, hanno ammesso che non condividevano né credevano nella “Grande Bugia”, ma non hanno respinto né contestualizzato le affermazioni degli ospiti ricorrenti che negavano la vittoria di Biden, tra cui gli avvocati di Trump Sidney Powell e Rudy Giuliani.

Lunedì ha deposto anche Viet Dinh, uno dei vari dirigenti che avevano sollevato il problema all’interno dell’azienda dopo che Sean Hannity aveva detto in televisione il 5 novembre 2020 che «sarebbe stato impossibile conoscere i risultati elettorali effettivi, equi e accurati» delle elezioni presidenziali. Gli è stato chiesto se i dirigenti di Fox News avessero l’obbligo di impedire ai conduttori di mandare in onda delle bugie. Lui ha risposto:

Sì, abbiamo l’obbligo di ostacolare la diffusione di falsità note e correggerle.