A El Salvador circa 2mila persone accusate di far parte di bande criminali sono state trasferite in una nuova enorme prigione

Una foto diffusa dal governo di El Salvador che ritrae i detenuti nella nuova prigione (EPA/Government of El Salvador via ANSA)
Una foto diffusa dal governo di El Salvador che ritrae i detenuti nella nuova prigione (EPA/Government of El Salvador via ANSA)

A El Salvador, stato dell’America centrale, circa 2mila detenuti accusati di far parte di bande criminali sono stati trasferiti in una nuova enorme prigione chiamata Centro de Confinamiento del Terrorismo (CECOT), inaugurata all’inizio di quest’anno. La prigione, inaugurata un mese fa, è stata pensata proprio per ospitare detenuti arrestati per le loro attività nelle bande criminali attive nel paese.

El Salvador è considerato uno dei paesi più violenti del mondo proprio per l’attività delle bande, per cui l’anno scorso il governo era arrivato a dichiarare un contestato stato di emergenza. Il trasferimento delle 2mila persone è stato attuato proprio nell’ambito di una nuova grossa operazione contro le bande, in cui la polizia ha arrestato circa 64mila persone.

Il presidente di El Salvador Nayib Bukele ha detto che la nuova prigione, considerata una delle più estese del continente, può arrivare a contenere decine di migliaia di persone. Si trova circa 70 chilometri a sud est della capitale San Salvador, comprende otto edifici, ognuno con 32 celle che ospitano oltre 100 persone ciascuna, motivo per cui diversi gruppi di attivisti l’hanno fortemente criticata, sostenendo che all’interno non ci siano garanzie per il rispetto dei diritti umani dei detenuti.

Il ministro della Giustizia e della sicurezza Gustavo Villatoro ha detto che il trasferimento dei detenuti nella nuova prigione serve a «eliminare questo cancro dalla società» e ha fatto capire di non essere intenzionato a far uscire chi vi viene rinchiuso.