Il parlamento israeliano ha approvato una legge che permetterà di togliere la cittadinanza a chi è condannato per terrorismo e riceve fondi dall’Autorità Nazionale Palestinese

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (AP Photo/Ariel Schalit)
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (AP Photo/Ariel Schalit)

Mercoledì il parlamento israeliano ha approvato una legge che permetterà di revocare la cittadinanza a tutte le persone condannate per terrorismo e che ricevono finanziamenti dall’Autorità Nazionale Palestinese, l’organismo politico che governa nei territori palestinesi.

La legge riguarderà anche chi non ha la cittadinanza ma un permesso di residenza permanente, come la maggior parte dei palestinesi che abitano a Gerusalemme est, la parte della città che appartiene ai territori palestinesi occupati da Israele dal 1967. Anche se la legge non lo dice esplicitamente, è palese quindi che riguarderà principalmente i palestinesi con permessi di residenza e la comunità araba con cittadinanza israeliana. Sono infatti per la maggior parte gli arabi israeliani e i palestinesi le persone in carcere in Israele per reati di terrorismo, solitamente per attentati e altre azioni legate alla causa palestinese.

Oltre che una condanna per terrorismo, l’altro requisito affinché possa venire revocata la cittadinanza è che si ricevano direttamente o indirettamente finanziamenti dall’Autorità Nazionale Palestinese. Quest’ultima riconosce da molti anni una sorta di indennizzo ai palestinesi in carcere per terrorismo, e aiuta economicamente le loro famiglie sovvenzionandole attraverso un apposito fondo. Secondo il governo israeliano questi aiuti economici sarebbero di fatto un finanziamento delle attività terroristiche palestinesi.

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