In Grecia è cominciato un processo contro 24 persone coinvolte in missioni di soccorso di migranti nel mar Mediterraneo

(EPA/ORESTIS PANAGIOTOU via ANSA)
(EPA/ORESTIS PANAGIOTOU via ANSA)

Martedì sull’isola greca di Lesbo è cominciato un contestato processo contro 24 persone che quattro anni fa avevano partecipato ad alcune missioni di soccorso di migranti nel mar Mediterraneo. Le 24 persone facevano parte dell’organizzazione non governativa Emergency Response Centre International, attiva nella gestione dei flussi migratori attorno all’isola di Lesbo dal 2016 al 2018. Sono accusate di reati come spionaggio, traffico di esseri umani, accesso illegale alle comunicazioni dello Stato, riciclaggio di denaro, assistenza ad attività criminali e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le 24 persone in questione erano state arrestate proprio nel 2018, accusate di aver facilitato l’arrivo di migranti dalla Turchia alle isole greche di Lesbo e Samo, raccogliendo informazioni su di loro e offrendo diretta assistenza a gruppi organizzati di trafficanti. Tra loro c’è anche la rifugiata e nuotatrice siriana Sarah Mardini, che insieme alla sorella Yusra Mardini divenne molto nota per aver trascinato a riva a nuoto l’imbarcazione di fortuna su cui viaggiavano, dopo la rottura del motore mentre erano ancora in mare. Le due avevano poi raggiunto la Germania come rifugiate, ma Sarah Mardini era tornata a Lesbo per collaborare con attività di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Yusra Mardini era diventata nuotatrice olimpica.

Il processo contro Mardini e le altre 23 persone sta venendo molto criticato in Grecia e altrove perché considerato ingiusto. Più in generale, l’attuale governo greco è stato accusato nell’ultimo anno di aver inasprito le misure contro chi è impegnato nel salvataggio dei migranti, oltre che di aver limitato la libertà di stampa sull’argomento.

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