Il primo discorso di fine anno di Mattarella dopo la rielezione

Il presidente della Repubblica ha parlato di democrazia «matura», di guerra in Ucraina e come sempre dei giovani

(Presidenza della Repubblica)
(Presidenza della Repubblica)
Caricamento player

Sabato 31 dicembre, come da tradizione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha mandato il suo messaggio di fine anno a reti unificate, parlando dalla Sala della Musica del Palazzo del Quirinale. Era il primo discorso di fine anno dopo la rielezione avvenuta lo scorso febbraio, e dopo quello dello scorso anno in cui si era praticamente congedato dai cittadini e dalle cittadine. Esattamente un anno dopo, Mattarella è ancora al Quirinale, a ripercorrere un anno complicato.

All’inizio del discorso (qui il testo integrale) Mattarella ha fatto un breve accenno alla sua rielezione parlando della «scelta del Parlamento e dei delegati delle Regioni che, in modo per me inatteso, mi impegna per un secondo mandato». Dopodiché ha citato una «novità di grande significato sociale e culturale», ossia il fatto che per la prima volta nella storia italiana a capo del governo c’è una donna, Giorgia Meloni. Alla luce di questo, secondo Mattarella la democrazia italiana può definirsi «matura, compiuta, anche per questa esperienza, da tutti acquisita, di rappresentare e governare un grande paese».

Com’era inevitabile, poi, è passato a parlare della guerra in Ucraina, definita «folle»: «Se questo è stato l’anno della guerra, dobbiamo concentrare gli sforzi affinché il 2023 sia l’anno della fine delle ostilità», ha detto, specificando però che tutte le responsabilità e i danni ricadono sul paese aggressore (la Russia) e non sugli aggrediti. «Pensiamoci: se l’aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili».

L’argomento del Covid aveva caratterizzato fortemente gli ultimi due discorsi di Mattarella, mentre quest’anno è stato usato come spunto per sottolineare gli insegnamenti «da non dimenticare»: rafforzare quel «presidio insostituibile di unità» che è il servizio sanitario nazionale e avere fiducia nella scienza, nelle istituzioni e nella «solidarietà concreta».

Il tema dell’inflazione e dei rincari del prezzo dell’energia, invece, è stato utilizzato da Mattarella per indicare alcuni problemi strutturali dell’Italia: il divario tra Sud e Nord, la disoccupazione giovanile, l’evasione fiscale. Su quest’ultimo punto, Mattarella ha detto: «La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune».

Infine, Mattarella ha citato tre grosse questioni: la transizione energetica, la trasformazione digitale e la sicurezza sulle strade, tutti temi che gli hanno permesso di rivolgersi alle generazioni più giovani. In generale, sulle trasformazioni e i cambiamenti, Mattarella ha detto: «Pensare di rigettare il cambiamento, di rinunciare alla modernità non è soltanto un errore: è anche un’illusione. Il cambiamento va guidato, l’innovazione va interpretata per migliorare la nostra condizione di vita, ma non può essere rimossa».

Nello specifico, sulla sicurezza stradale, ha rivolto direttamente un appello ai giovani: «Siamo tutti colpiti dalla tragedia dei tanti morti sulle strade. Troppi ragazzi perdono la vita di notte per incidenti d’auto, a causa della velocità, della leggerezza, del consumo di alcol o di stupefacenti. Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza. Non cancellate il vostro futuro».