Le rane quasi trasparenti, soprattutto quando dormono

Sono dette "rane di vetro", vivono in America centrale e meridionale e potrebbero insegnarci qualcosa sulla coagulazione del sangue

Una rana di vetro del genere Hyalinobatrachium (EPA/Lucas Bustamante / Ministero dell'Ambiente dell'Ecuador, ANSA)
Una rana di vetro del genere Hyalinobatrachium (EPA/Lucas Bustamante / Ministero dell'Ambiente dell'Ecuador, ANSA)
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In America centrale e meridionale vive una famiglia di rane con la pelle traslucida, cioè parzialmente trasparente, tanto da poter distinguere dall’esterno gli organi interni: per questo si parla di “rane di vetro”. È una caratteristica che permette di mimetizzarsi e risultare meno visibili ai potenziali predatori. Un gruppo di ricerca americano ha osservato che la trasparenza aumenta quando le rane dormono, cioè quando sono più vulnerabili, e ha scoperto anche perché, come spiega un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista Science.

In breve, mentre le rane dormono l’89 per cento dei loro globuli rossi, quelli a cui si deve il colore rosso del sangue, viene raccolto nel fegato. Grazie a questo meccanismo le rane di vetro diventano due o tre volte più trasparenti del solito mentre riposano.

La trasparenza è piuttosto comune tra i pesci e gli invertebrati che vivono negli oceani, specialmente se molto piccoli: consente agli animali marini di confondersi nell’acqua e offre così maggiori possibilità di sopravvivenza. Tra gli animali terrestri invece è una caratteristica rara. I loro tessuti sono pieni di cose che assorbono la luce, tra cui i globuli rossi del sangue.

Le rane di vetro, che nella classificazione scientifica appartengono alla famiglia dei Centrolenidae, sono un’eccezione e per questo hanno sempre interessato i biologi. Fino a poco tempo fa però non era stato osservato che nei momenti di riposo sono particolarmente trasparenti: il sistema circolatorio, solitamente ben visibile attraverso la pelle traslucida degli animali grazie al colore del sangue, sembra scomparire.

Una rana di vetro nel sonno e dopo aver fatto movimento, sia da sotto (A) che da sopra (B), in una serie di fotografie pubblicate su Science

Per determinare dove andasse a finire, un gruppo di ricerca guidato dal biologo della Duke University Carlos Taboada ha esaminato delle rane di vetro della specie Hyalinobatrachium fleishmanni utilizzando la microscopia fotoacustica. Questa tecnologia si basa sull’effetto fotoacustico, un fenomeno fisico: quando un oggetto assorbe la luce, parte della luce assorbita produce calore, e la piccola differenza di pressione che si genera intorno all’oggetto per via del calore provoca l’emissione di onde sonore. I microscopi fotoacustici rilevano queste onde sonore e hanno permesso a Taboada e ai suoi colleghi di capire che i globuli rossi delle rane di vetro si raccolgono nel fegato – l’organo in cui il sangue viene filtrato – nei momenti di riposo.

Resta da spiegare bene come mai l’alta concentrazione non causi coaguli e quindi problemi alla circolazione del sangue delle rane. Sembra che in qualche modo questi animali abbiano un sistema che eviti la coagulazione del sangue nel fegato. Ulteriori scoperte in merito potrebbero permettere ai biologi di capire meglio i processi di coagulazione, con eventuali vantaggi per la medicina.

L’altra incognita lasciata dallo studio sulla trasparenza delle rane di vetro riguarda il modo in cui gli animali riescono a respirare mentre dormono. I globuli rossi infatti sono responsabili del trasporto dell’ossigeno nel sangue e mantengono in vita un organismo distribuendolo a tutte le diverse parti del corpo: dato che l’89 per cento di queste cellule viene trattenuto in un unico organo è lecito chiedersi come vengano alterati i processi di respirazione. L’ipotesi dei ricercatori è che durante il sonno le rane di vetro rallentino il proprio metabolismo e quindi abbiano bisogno di meno ossigeno. Potrebbe essere un meccanismo simile a quello usato da altri anfibi quando d’inverno si ibernano, o come si dice nel linguaggio comune vanno in letargo.