Draghi dice che sarebbe rimasto «volentieri» a guidare il governo, se avesse potuto

L'ex presidente del Consiglio ha dato la prima intervista da quando non è più in carica, e ha ribadito che non vuole tornare in politica

Mario Draghi (ANSA/FABIO CIMAGLIA)
Mario Draghi (ANSA/FABIO CIMAGLIA)

Sabato mattina il Corriere della Sera ha pubblicato una lunga intervista a Mario Draghi, la prima data dall’ex presidente del Consiglio da quando non è più alla guida del governo. Draghi, che ha 75 anni, ha avuto una lunga carriera da stimato economista di fama internazionale, in cui è stato prima governatore della Banca d’Italia e poi presidente della Banca Centrale Europea, prima di accettare l’incarico da presidente del Consiglio all’inizio del 2021, dopo la caduta del secondo governo di Giuseppe Conte.

Ha raccontato come sta passando il tempo in questo periodo, sostanzialmente il primo della sua vita privo di grossi impegni: «Faccio il nonno, ho quattro nipoti. E mi godo il diritto di poter scegliere cosa fare». Draghi ha poi aggiunto di non avere aspirazioni di tornare in politica, né in Italia né all’estero, facendo capire di essere piuttosto soddisfatto della tranquillità attuale.

Alla domanda se abbia accelerato la caduta del suo governo proprio per liberarsi dalle pressioni politiche e godersi questo periodo, Draghi ha risposto:

Se guardo alle sfide raccolte e vinte in soli venti mesi di governo, c’è da sorridere a chi ha detto che me ne volessi andare, spaventato dall’ipotetico abisso di una recessione che fino a oggi non ha trovato riscontro nei dati. Ero stato chiamato a fare, dopo una vita, un mestiere per me nuovo e l’ho fatto al meglio delle mie capacità. Sarei dunque rimasto volentieri per completare il lavoro, se mi fosse stato consentito.

Draghi ha poi rivendicato i risultati raggiunti dal suo governo, ricordando che l’Italia quest’anno crescerà «di quasi il 4 per cento, più di Francia e Germania», e che «il debito pubblico in questi due anni è calato come mai dal dopoguerra». Ha parlato anche degli effetti delle politiche del suo governo dal punto di vista sociale, come la riduzione delle disuguaglianze, l’azzeramento dell’«impatto del carovita sulle famiglie più povere», il calo della disoccupazione dal 10,2 al 7,8 per cento e il tasso di occupazione al 60,5 per cento, «un record storico».

Tra le altre cose, Draghi ha sottolineato la minore dipendenza dal gas russo ottenuta dall’Italia durante il suo governo, e ha detto che prima della caduta il governo era vicino a introdurre il salario minimo e a riformare il reddito di cittadinanza, «per farlo funzionare meglio».

Alla domanda su quale sia stata la decisione più difficile tra quelle prese da presidente del Consiglio, Draghi ha detto: «Penso alla scelta di attuare tra i primi in Europa il green pass e l’obbligo vaccinale. Sapevo che erano limitazioni delle libertà individuali, ma erano necessarie per garantire a tutti il diritto alla salute». Ugualmente difficile per Draghi è stata poi quella di riaprire le scuole ad aprile del 2021: «Mi hanno paragonato a Bolsonaro, hanno detto che avremmo causato una catastrofe sanitaria. Ma l’epidemia è rimasta sotto controllo».

Sulla caduta del suo governo, che era sostenuto praticamente da tutte le forze in parlamento escluso Fratelli d’Italia, Draghi non ha indicato responsabili precisi, ma ha parlato di una «volontà dei partiti di trovare compromessi» che «è venuta meno, anche per l’avvicinarsi della scadenza naturale della legislatura». Ha però fatto riferimento ad alcune incoerenze nei comportamenti dei partiti, come il fatto che il Movimento 5 Stelle fosse «sempre più contrario al sostegno militare all’Ucraina, nonostante avesse inizialmente appoggiato questa posizione», e che Forza Italia e Lega fossero «contrarie ad aspetti di alcune importanti riforme — fisco e concorrenza — a cui era stato dato il via libera in Consiglio dei ministri».

Sul governo venuto dopo il suo, quello guidato da Giorgia Meloni, Draghi ha detto che non spetta a lui giudicare, «soprattutto non dopo così poco tempo», e ha definito Meloni «una leader abile» e con «un forte mandato elettorale». Ha però rivendicato di aver rispettato «tutti gli obiettivi dei primi due semestri» sul PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cioè il documento con cui il governo italiano spiega come intende spendere i finanziamenti dell’Unione Europea per la ripresa dopo la pandemia (Meloni aveva detto che Draghi le aveva lasciato troppe incombenze, su questo tema).