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  • Lunedì 19 dicembre 2022

L’ultima possibilità di accedere al superbonus 110

La scadenza per presentare i documenti necessari è stata rinviata al 31 dicembre dopo le critiche delle associazioni dei costruttori

(Cecilia Fabiano/ LaPresse)
(Cecilia Fabiano/ LaPresse)
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La commissione Bilancio del Senato ha approvato alcune importanti modifiche al superbonus, l’agevolazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione che migliorano l’efficienza energetica di case e condomini. Dopo le tante ipotesi fatte nelle ultime settimane, nella versione definitiva è stata prorogata la scadenza per accedere alle agevolazioni e sono stati introdotti alcuni accorgimenti per sbloccare la cessione dei crediti, il meccanismo su cui il superbonus si regge economicamente e che nell’ultimo anno ha avuto diversi problemi.

La prima importante modifica riguarda i tempi per accedere alle agevolazioni: sarà possibile presentare i documenti necessari fino al 31 dicembre.

All’inizio di novembre, con l’approvazione del decreto Aiuti Quater, il governo guidato da Giorgia Meloni aveva limitato il superbonus abbassando il rimborso garantito dallo Stato per i lavori di efficientamento energetico dal 110% al 90%, e introducendo una serie di ulteriori vincoli per l’accesso. Per evitare di cambiare le regole all’improvviso, il governo aveva messo un limite: chi presentava la comunicazione di inizio lavori (la CILA) entro il 25 novembre poteva ricevere lo sconto del 110% per tutti i lavori fatti e pagati anche nel prossimo anno.

L’eccezione era stata pensata come una norma transitoria soprattutto per i condomini, che prima di approvare i lavori devono fare valutazioni complesse, coinvolgere professionisti per gli studi di fattibilità e organizzare assemblee per avere l’approvazione di tutte le persone proprietarie di immobili nel condominio. Prima di presentare la comunicazione di inizio lavori, insomma, serve molto tempo. Come segnalato dalle associazioni dei costruttori e dei tecnici, con i tempi stretti imposti dal governo ci sono stati molti casi di condomini che non hanno fatto in tempo a presentare la CILA.

Grazie a un ordine del giorno presentato da Forza Italia, approvato dalla commissione Bilancio con il parere favorevole del ministero dell’Economia, il governo ha prorogato la scadenza per la presentazione della CILA dal 25 novembre al 31 dicembre. L’unico vincolo rimasto riguarda le assemblee condominiali, che devono aver approvato i lavori entro il 24 novembre.

L’altra importante modifica riguarda la cessione dei crediti, uno dei tre modi con cui si può usufruire dell’agevolazione. Il primo modo per riscuotere il bonus è attraverso la comunicazione dei pagamenti per i lavori nella dichiarazione dei redditi, pagando meno tasse nei cinque anni successivi per arrivare al 110% dell’importo pagato. Una seconda possibilità è lo sconto direttamente in fattura, recuperato successivamente dai fornitori che riscuoteranno per conto proprio il credito d’imposta.

La terza opzione è la cessione del credito di imposta: si può trasferire la detrazione fiscale a altre imprese, banche, enti o professionisti. In cambio della cessione del credito, chi ristruttura casa ha la possibilità di avere subito i soldi che servono per iniziare i lavori oppure per accedere a un mutuo o a un finanziamento. Chi vuole fare dei lavori di efficientamento energetico può pagare l’impresa, invece che una somma ipotetica di 10mila euro, con il credito d’imposta di 11mila euro. Chi compra un credito di imposta fa un investimento, se sa che può poi cederlo a sua volta per esempio a una banca.

Inizialmente il superbonus consentiva di cedere il credito per un numero illimitato di volte. Le regole piuttosto lasche avevano incentivato le frodi, possibili grazie a passaggi di credito di società in società o tra più intermediari. Lo scorso gennaio il governo guidato da Mario Draghi aveva introdotto una serie di limitazioni che avevano di fatto bloccato il mercato dei crediti fiscali.

Negli ultimi mesi, a più riprese, diverse banche hanno comunicato ai clienti di non essere più disposte ad acquistare crediti fiscali. Il motivo era molto semplice: le banche hanno esaurito il cosiddetto “spazio fiscale”, cioè hanno ricevuto moltissime richieste per un credito totale che supera le tasse dovute allo stato. Non avrebbero più potuto incassare gli ulteriori crediti comprati.

In questo caso le novità sono due: attraverso la SACE, la Sezione speciale per l’Assicurazione del Credito all’Esportazione, una società controllata dal ministero dell’Economia, il governo garantirà i prestiti che le banche concederanno per trasformare in liquidità i crediti fiscali acquistati, altrimenti bloccati. In altre parole, un’impresa che ha concesso uno sconto in fattura oppure una società che ha acquisito un credito fiscale potranno chiedere alle banche un prestito che sarà garantito dallo Stato.

L’altra novità riguarda il numero di cessioni, quindi di passaggi di credito. Non saranno più quattro, ma cinque. La prima cessione sarà libera, mentre dalla seconda in poi si potranno coinvolgere soltanto banche, intermediari finanziari, società di gruppi bancari o assicurativi. Gli ultimi tre passaggi riguardano enti che devono sottostare a una serie di controlli: in questo modo si cerca di evitare le frodi.

L’associazione dei costruttori, l’ANCE, ha accolto con soddisfazione il rinvio delle scadenze dal 25 novembre al 31 dicembre. Sullo sblocco della cessione del credito, invece, l’associazione ha fatto sapere che si aspettava misure più risolutive. Nei giorni scorsi, commentando l’ipotesi di introduzione di un prestito garantito dallo Stato, la presidente dell’ANCE Federica Brancaccio aveva detto che la novità non avrebbe risolto i problemi. «È un’altra mezza misura che ancora una volta non risolve il problema del mercato», ha detto al Sole 24 Ore. All’inizio di novembre l’associazione aveva proposto di consentire di sbloccare il mercato dei crediti attraverso un meccanismo che avrebbe dovuto compensare i debiti fiscali delle banche e i crediti da loro acquistati, ma la proposta non è stata accolta dal governo.