I Paesi Bassi si sono scusati per il loro ruolo storico nello schiavismo

Il primo ministro Mark Rutte ha formalmente chiesto scusa ai discendenti degli schiavi africani e asiatici a nome dello stato

Il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte all'Aia, il 19 dicembre 2022 (AP Photo/Peter Dejong, LaPresse)
Il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte all'Aia, il 19 dicembre 2022 (AP Photo/Peter Dejong, LaPresse)

Lunedì il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte si è scusato a nome dello stato per il suo ruolo storico nello schiavismo e per le sue conseguenze che durano tuttora. In un discorso che ha tenuto nell’Archivio nazionale olandese dell’Aia e che è stato trasmesso in televisione, Rutte ha detto:

Oggi chiedo scusa. Per secoli i Paesi Bassi e i loro rappresentanti hanno reso possibile e favorito la schiavitù, e ne hanno tratto profitto. È vero che nessuna persona che vive oggi porta su di sé colpe personali per la schiavitù, ma lo stato è responsabile dell’immensa sofferenza che è stata inflitta a coloro che furono resi schiavi e ai loro discendenti.

Tra il Seicento e il Settecento i Paesi Bassi ebbero un grande sviluppo commerciale e attraverso la Compagnia olandese delle Indie fondarono numerose colonie in Asia, Africa e America. In quel periodo non venivano scambiate solo merci ma anche esseri umani, prevalentemente persone di origine africana che venivano ridotte in schiavitù e portate dai commercianti europei in America per coltivare le grandi piantagioni del continente. Per quanto riguarda gli olandesi, erano coinvolti soprattutto nei commerci di schiavi tra l’Africa da un lato e il Brasile e i Caraibi dall’altro. Secondo le stime degli storici le navi olandesi trasportarono da una parte all’altra dell’oceano Atlantico più di mezzo milione di persone rese schiave.

Altrettante vennero schiavizzate nelle Indie orientali, che corrispondono all’odierna Indonesia. Tali commerci di esseri umani contribuirono molto allo sviluppo economico dei Paesi Bassi.

Dopo i grandi dibattiti sul razzismo seguiti all’uccisione di George Floyd negli Stati Uniti nel 2020, nei Paesi Bassi si è cominciato a discutere del passato colonialista e schiavista del paese e del razzismo e delle discriminazioni che attualmente subiscono molte persone di origine caraibica, turca o marocchina nelle città olandesi. La commissione nazionale creata per studiare il tema nel 2021 aveva raccomandato che lo stato si scusasse per lo schiavismo, e l’iniziativa di Rutte è la messa in pratica di tale raccomandazione. Durante il suo discorso il primo ministro ha anche detto che lo schiavismo fu un crimine contro l’umanità.

Le scuse tuttavia non sono state accolte del tutto positivamente dalle persone a cui erano rivolte. Infatti alcuni attivisti che chiedono da anni il riconoscimento delle responsabilità olandesi nel commercio di schiavi volevano che le scuse fossero fatte dal re dei Paesi Bassi Willem-Alexander, in occasione del 160esimo anniversario dell’abolizione della schiavitù, il primo luglio 2023, in Suriname, ex colonia olandese.