Israele ha espulso l’avvocato e attivista franco-palestinese Salah Hammouri, mandandolo in Francia

Denise Guidoux, madre di Salah Hammouri, con una foto del figlio (AP Photo/ Mahmoud Illean)
Denise Guidoux, madre di Salah Hammouri, con una foto del figlio (AP Photo/ Mahmoud Illean)

Domenica il governo di Israele, attraverso il ministro dell’Interno Ayelet Shaked, ha annunciato di aver completato l’espulsione verso la Francia di Salah Hammouri, avvocato e attivista per i diritti civili dalla doppia nazionalità, palestinese e francese. Hammouri ha 37 anni, è nato a Gerusalemme Est e lavora per Addameer, un’associazione palestinese che fornisce supporto legale e difende i diritti dei carcerati. Dall’ottobre 2021 l’associazione è considerata dal governo israeliano un’organizzazione terroristica. Lo scorso marzo Hammouri era stato arrestato dalle autorità militari israeliane della Cisgiordania, attraverso lo strumento della detenzione amministrativa, che permette di incarcerare i sospettati senza definire un capo d’accusa o istituire un processo.

Questo genere di detenzione ha una durata di tre mesi, ma si è protratta maggiormente per Hammouri, che le autorità accusano di «organizzare piani terroristici». Dopo quattro mesi Hammouri aveva rivolto un appello al presidente francese Emmanuel Macron per aiutarlo a uscire dal carcere, dato che è cittadino francese da parte di madre, e a settembre aveva portato avanti uno sciopero della fame per 19 giorni.

Lo scorso mese era stato deciso dalle autorità israeliane il suo trasferimento forzato in Francia. Amnesty International ha condannato la decisione, mentre non è chiaro se la Francia accetterà Hammouri. La ministra degli Esteri francese Catherine Colonna aveva sostenuto che Hammouri «dovrebbe poter esercitare i suoi diritti e vivere una vita normale a Gerusalemme, città dove è nato e risiede».