• Konrad
  • Lunedì 12 dicembre 2022

Roberta Metsola dice che il Parlamento europeo «è sotto attacco»

La presidente del Parlamento europeo ha commentato le notizie sulla sospetta corruzione da parte del Qatar, dicendo che «non ci sarà impunità»

La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola (AP Photo/Jean-Francois Badias)
La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola (AP Photo/Jean-Francois Badias)

Durante l’apertura della sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, in Francia, la presidente del parlamento Roberta Metsola ha commentato il caso di sospetta corruzione da parte del Qatar nei confronti di vari parlamentari europei e altre persone che lavorano al suo interno (lo abbiamo raccontato estesamente qui). Metsola ha detto che il Parlamento europeo «è sotto attacco» e ha aggiunto che «non ci sarà impunità» nei confronti di eventuali responsabili per i casi di sospetta corruzione su cui sta lavorando la procura federale belga.

All’inizio del proprio intervento, Metsola ha detto di dover «scegliere con cura» le parole da utilizzare, considerato che le indagini sono ancora in corso e che permane comunque la presunzione di innocenza, ma ha poi aggiunto:

Quindi, se la mia collera, la mia rabbia, il mio dolore non dovessero trasparire, vi assicuro che sono ben presenti, insieme alla mia determinazione a far sì che quest’Assemblea si rafforzi.

Non fraintendetemi.

– Il Parlamento europeo, cari colleghi, è sotto attacco.

– La democrazia europea è sotto attacco.

– E il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco.

Metsola ha poi spiegato che il Parlamento europeo ha da subito collaborato con la procura e che continuerà a farlo nei prossimi giorni, aggiungendo che:

Non ci sarà impunità. Nessuna. I responsabili troveranno questo Parlamento dalla parte della legge. Sono orgogliosa del nostro ruolo e della nostra assistenza in questa indagine.

Non nasconderemo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un’indagine interna per esaminare tutti i fatti relativi al Parlamento e per valutare come i nostri sistemi possano diventare ancora più impermeabili.

Non continueremo come se fosse “business as usual”. Avvieremo un processo di riforma per verificare chi ha accesso ai nostri locali, come vengono finanziate queste organizzazioni, le ONG e le persone, quali legami hanno con i Paesi terzi, chiederemo maggiore trasparenza sugli incontri con gli attori stranieri e con chi è legato a loro. Daremo una scossa a questo Parlamento e a questa città e per farlo ho bisogno del vostro aiuto.

Proteggeremo coloro che ci aiutano a smascherare la criminalità e mi impegnerò a esaminare i nostri sistemi per gli informatori per vedere come possano essere rafforzati.

Ma devo anche dire che, se da un lato possiamo sempre cercare di aumentare i deterrenti e la trasparenza, dall’altro ci saranno sempre persone per le quali vale la pena rischiare per un sacchetto di denaro. È essenziale che queste persone capiscano che verranno scoperte. Che i nostri servizi funzionano e che affronteranno la legge nella sua interezza. Come è successo in questo caso.