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  • Martedì 29 novembre 2022

I lavoratori morti per i Mondiali in Qatar sarebbero «tra i 400 e i 500»

Lo ha detto il capo del comitato organizzatore dei Mondiali di calcio, che poi però è stato corretto dal suo stesso comitato

(Piers Morgan Uncensored)
(Piers Morgan Uncensored)

Hassan Al-Thawadi è il capo del comitato organizzatore dei Mondiali di calcio in Qatar. Questa settimana è stato intervistato dal giornalista britannico Piers Morgan all’interno del suo programma televisivo, Piers Morgan Uncensored. L’intervista è andata in onda lunedì e tra le altre cose si è parlato della questione dei lavoratori stranieri impiegati nella realizzazione delle opere necessarie a ospitare i Mondiali, le cui condizioni sono state a lungo discusse.

In questi anni si è parlato di centinaia di morti sul lavoro, a volte anche di migliaia. Finora però l’unica stima ufficiale proveniente delle autorità locali era di appena tre decessi. Alla domanda su quale fosse una stima più realistica fra tutte le opere relative ai Mondiali, Al-Thawadi ha risposto: «Le stime sono intorno ai 400, tra i 400 e i 500, ma non so il numero esatto».

A proposito delle stime precedenti, Al-Thawadi ha spiegato che riguardavano soltanto i siti di costruzione gestiti direttamente dal comitato organizzatore dei Mondiali, e si dividevano in 3 decessi per cause di lavoro e 37 decessi non legati al lavoro. Ha poi aggiunto di ritenere eccessivo anche un solo morto, e che le condizioni di lavoro nel paese sono state migliorate anno dopo anno.

Dopo l’intervista, il comitato organizzatore qatariota ha voluto specificare che le stime citate da Al-Thawadi si riferiscono in realtà alle statistiche su base nazionale relative al periodo tra il 2014 e il 2020 di tutti gli incidenti mortali sul lavoro, nello specifico 414.

Per sostenere non solo l’assegnazione dei Mondiali, ma lo sviluppo urbano di un paese poco abitato e in gran parte desertico, negli ultimi dodici anni il Qatar ha avuto bisogno di manodopera dall’estero, fatta arrivare a basso costo da alcune delle zone più povere del mondo. In questo modo — e più di quanto era già accaduto nella costruzione degli stadi per i Mondiali in Russia — migliaia di operai sono stati ridotti di fatto a condizioni di schiavitù fin dal loro arrivo nel paese.

Soltanto nel 2020 — cioè a grandi opere quasi terminate — il governo qatariota aveva infine approvato delle riforme per migliorare le condizioni dei circa due milioni di lavoratori stranieri impiegati nel paese, la maggior parte dei quali provenienti da India, Bangladesh, Sri Lanka e Nepal.

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