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  • Giovedì 10 novembre 2022

Alessia Piperno è tornata in Italia

Era stata arrestata in Iran un mese fa per motivi ancora non chiari, questa mattina il governo italiano aveva confermato la sua liberazione

Alessia Piperno al suo arrivo in Italia
Alessia Piperno al suo arrivo in Italia
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Giovedì sera Alessia Piperno, la donna italiana che circa un mese fa era stata arrestata a Teheran in Iran, è tornata in Italia con un aereo atterrato all’aeroporto di Ciampino, vicino a Roma. Alcune ore prima, il governo italiano ne aveva annunciato la liberazione con una nota: «Dopo un intenso lavoro diplomatico oggi Alessia Piperno è stata rilasciata dalle autorità iraniane e si appresta a tornare in Italia». Al suo arrivo in Italia è stata accolta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Ai giornalisti, Piperno ha parlato della propria prigionia, dicendo di non avere subito maltrattamenti e di avere comunque vissuto momenti difficili: «Sono stati giorni duri, ero in cella con altre sei persone ma non sono stata maltrattata».

Piperno ha 30 anni, è una blogger di viaggi, ed era arrivata in Iran a luglio dopo aver viaggiato in Pakistan, Marocco, Honduras, Messico, Panama, Islanda e Sri Lanka, tra gli altri. Era stata arrestata il 28 settembre dopo avere festeggiato il proprio compleanno con alcuni amici a Teheran.

Le autorità iraniane non hanno mai spiegato il motivo dell’arresto: un’ipotesi è che Piperno fosse una delle nove persone provenienti da paesi europei arrestate a fine settembre con l’accusa di essere “complici” delle proteste in corso in Iran contro la polizia religiosa e il regime, iniziate dopo la morte in carcere di Mahsa Amini.

Il padre aveva raccontato di averla sentita l’ultima volta al telefono la mattina del 28 settembre, giorno del suo compleanno: «Ci siamo sentiti al telefono per gli auguri e mi ha detto che la sera avrebbe festeggiato lontano dalla zona dove c’erano le manifestazioni di protesta». Alcuni giorni dopo aveva scritto un post su Facebook (ora rimosso) in cui diceva che la figlia lo aveva contattato per telefono per dirgli che era stata fermata dalla polizia e che si trovava in carcere.

Nei giorni successivi il ministero degli Esteri si era attivato per cercare di trattare la liberazione di Piperno, che secondo quanto riferito dal ministero era stata portata nel carcere di Evin, noto perché vi si trovano soprattutto detenuti politici, giornalisti e cittadini stranieri, e dove a metà ottobre un vasto incendio aveva provocato la morte di 8 persone. Le autorità italiane erano riuscite a mettersi in contatto con Piperno, che aveva detto di stare bene e di non essere stata coinvolta nell’incendio.

– Leggi anche: L’incendio nella prigione di Evin a Teheran