Elon Musk ha “contrattato” con Stephen King il costo della “spunta blu” su Twitter

In un breve scambio, poche ore prima di confermare che effettivamente il sistema di verifica dell'identità su Twitter sarà a pagamento

(Win McNamee/Getty Images)
(Win McNamee/Getty Images)

[Aggiornamento: poche ore dopo lo scambio con Stephen King, Elon Musk ha effettivamente confermato che le “spunte blu” su Twitter saranno a pagamento].

Elon Musk, l’imprenditore che da poco ha comprato Twitter, ha avuto su Twitter un breve scambio con lo scrittore Stephen King, in cui parla della possibilità di far pagare gli utenti per ottenere la cosiddetta “spunta blu”, cioè il sistema usato finora da Twitter per verificare l’identità di persone pubbliche come politici, aziende, giornalisti, persone del mondo dello spettacolo e così via.

King aveva commentato lunedì le indiscrezioni (per ora non ufficiali) secondo cui Twitter avrebbe potuto far pagare per la spunta blu, in maniera colorita: «20 dollari al mese per tenere la mia spunta blu? Col cazzo, sono loro che dovrebbero pagare me. Se istituiscono questa cosa, me ne vado come la Enron», dove il riferimento è all’azienda petrolifera americana che crollò all’improvviso nel 2001. A quel punto Musk ha risposto contrattando: «Dobbiamo pagare le bollette in qualche modo! Twitter non può basarsi soltanto sulla pubblicità. Che ne dici di 8 dollari?».

Questo breve scambio – che è avvenuto nello stile di Musk, abituato a rispondere direttamente alle critiche e ai suggerimenti di persone famose o meno che si rivolgono a lui su Twitter – è finora la conferma più esplicita che Musk intende avviare un sistema di pagamento per il servizio di conferma dell’identità, che potrebbe arrivare a costare fino a 20 dollari al mese, secondo indiscrezioni giornalistiche. In precedenza, aveva detto che «tutto il sistema di verifica sta venendo rinnovato».

Aveva inoltre risposto – sempre su Twitter – a un sondaggio fatto da un suo stretto collaboratore che aveva chiesto agli utenti quanto fossero disposti a pagare per la spunta blu. La stragrande maggioranza ha risposto che non pagherebbe niente.

Attualmente è possibile ottenere gratuitamente la spunta blu, ma è necessario sottoporsi a un (piuttosto agile) sistema di verifica dell’identità che richiede l’esibizione di documenti e di prove del fatto che chi fa richiesta ha i requisiti necessari. Le categorie che attualmente possono chiedere la spunta blu sono: governo e cariche pubbliche; testate giornalistiche e lavoratori dei media; aziende, marchi e organizzazioni; spettacolo; sport e videogiochi; attivisti e organizzatori; creator di contenuti e persone influenti.

I piani di Musk per ora non sono pubblici né confermati, ma secondo indiscrezioni giornalistiche prevedono che il processo di verifica sia esteso a più categorie, e che poi sia reso a pagamento.

Questo aiuterebbe probabilmente i conti di Twitter, ma creerebbe secondo gli esperti numerosi problemi di account falsi e spam. Al contrario di altri social (come per esempio Facebook) su Twitter è possibile accedere con identità false, e la spunta blu era stata creata proprio per distinguere le persone pubbliche (o che ricoprono un ruolo rilevante per il pubblico, come i giornalisti) da eventuali impostori.

Ma se la spunta blu sarà messa a pagamento, alcune delle persone che attualmente sono verificate potrebbero non esserlo più (perché decidono di non pagare), e ciò potrebbe creare confusione e problemi di affidabilità delle informazioni che circolano sul social network.