Il presidente della Regione Toscana ha definitivamente autorizzato l’installazione del rigassificatore a Piombino

Il porto di Piombino dall'alto (Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale)
Il porto di Piombino dall'alto (Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale)

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha autorizzato in modo definitivo l’installazione del discusso rigassificatore a Piombino, un’infrastruttura considerata strategica per la rigassificazione del gas naturale liquefatto a cui è necessario fare ricorso per sopperire al calo delle forniture di gas provenienti dalla Russia, che invece arrivano tramite gasdotto. La decisione era attesa e arriva dopo che sabato era stata a sua volta autorizzata dalla conferenza dei servizi.

L’autorizzazione di oggi è legata a un memorandum che contiene alcune misure di sicurezza e tutela dell’ambiente, che però sono state giudicate insufficienti dalle associazioni locali, che da mesi protestano contro la messa in funzione del rigassificatore per motivi ambientali e di sicurezza.

Le associazioni sono anche sostenute dalle amministrazioni locali contrarie al progetto: il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia, aveva annunciato già sabato che sarà presentato un ricorso per impugnare l’autorizzazione al Tribunale amministrativo regionale (TAR). Ferrari ritiene che il memorandum non tenga conto delle effettive necessità e dei rischi per la città: «La collocazione del rigassificatore nel porto di Piombino è dannosa per il territorio e rappresenta un pericolo per la città e i cittadini».

Il rigassificatore previsto dal progetto, la Golar Tundra, è una nave lunga 300 metri e larga 40. Serve per riportare allo stato gassoso il gas naturale liquefatto, in sigla GNL o LNG. La nave può immettere nella rete fino a 5 miliardi di metri cubi di gas in un anno. I rigassificatori vengono definiti onshore se posizionati sulla terraferma, e offshore se installati in mare, collegati alla rete con un gasdotto. A Piombino si è scelta una soluzione ibrida, con una nave attraccata al porto, principalmente per via dei tempi ristretti: SNAM e il governo vorrebbero metterla in funzione entro la primavera del prossimo anno.

La nave verrebbe installata accanto alla banchina est del porto, realizzata per l’approdo e lo smontaggio del relitto della Costa Concordia, poi dirottato a Genova. La necessità di trovare nuove forniture di gas in tempi brevi per sostituire quello proveniente dalla Russia aveva portato il governo Draghi a fare tutto molto in fretta: non verrà fatta la valutazione di impatto ambientale (VIA) e molti passaggi tecnici saranno molto veloci o non sono proprio previsti. Il nuovo governo di Giorgia Meloni sembra orientato a sostenere il progetto, almeno stando alle dichiarazioni in campagna elettorale della stessa Meloni.