Il capo della giunta militare del Burkina Faso ha accettato di dimettersi in seguito al colpo di stato di venerdì

Un soldato nelle strade di Ouagadougou, Burkina Faso, 2 ottobre (AP Photo/ Kilaye Bationo)
Un soldato nelle strade di Ouagadougou, Burkina Faso, 2 ottobre (AP Photo/ Kilaye Bationo)

Domenica il colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, il capo della giunta militare al governo nel Burkina Faso, ha accettato di dimettersi come conseguenza del colpo di stato condotto venerdì dal capitano dell’esercito Ibrahim Traoré. Secondo i principali leader civili e religiosi del paese dell’Africa occidentale, Damiba lo ha fatto per evitare scontri e «gravi conseguenze» in termini di danni e di vite umane. Il colonnello, che guidava il paese dallo scorso gennaio, ha tuttavia chiesto in cambio tutele per la propria sicurezza e la garanzia che venga mantenuto l’impegno perché entro due anni venga formato un nuovo governo eletto dai cittadini.

Quello di venerdì è il secondo colpo di stato in meno di un anno per il Burkina Faso, dopo quello con cui l’esercito aveva destituito il presidente Roch Kaboré e instaurato la giunta di Damiba. È in totale l’ottavo da quando il paese ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia, nel 1960.

Il Burkina Faso si trova nella regione del Sahel (la fascia di territori appena a sud del deserto del Sahara), che è storicamente molto instabile. Negli ultimi anni il paese è stato tormentato da frequenti violenze e attacchi armati, che nella gran parte dei casi sono stati attribuiti a gruppi islamici radicali: i leader politici del paese sono stati spesso accusati di non essere riusciti a contenere il fenomeno.

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