Una canzone dei Lali Puna

E occhio ai mostri nella nostra testa

(naturally_exposed via  Flickr)
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Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Jann Wenner – il fondatore di Rolling Stone di cui dicevamo ieri – è in giro a fare interviste per promuovere il suo libro, e in una ha confermato che starebbe per uscire un disco nuovo di Bruce Springsteen, voce che circola (dobbiamo essere contenti, o intimoriti per la setlist dei concerti italiani dell’anno prossimo?).
Quarant’anni fa oggi uscì il miglior disco dei Simple Minds, quello di Glittering prize.

Scary world theory
Lali Puna

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Secondo i miei conti, finora di tedeschi qui ne abbiamo ospitati quattro: Maximilian Hecker, i Propaganda (e gli Act, stessa gente), i Get well soon, i Liquido. Non pochi, considerato che a quasi nessuno di voi sarebbero venute in mente più di due band tedesche, ve le avessi chieste prima (ad alcuni i Boney M o i Trio di Da da da , per giunta, o gli Alphaville di cui dicevamo pochi giorni fa: ai più studiosi i Kraftwerk, Nena, Nina Hagen o gli Scorpions; ma più facile che un giorno qui vi rifili un Falco minore , austriaco; oppure i Notwist).

La differenza tra i due raggruppamenti qui sopra, noto, non va molto a mio onore: la mia selezione è fatta di musicisti che si mimetizzano molto con la musica anglosassone, mentre gli altri che ho escluso finora hanno quasi tutti – forse salvo Nena – una loro peculiarità “tedesca”, a volte prossima ai luoghi comuni su quel paese. Insomma, la mia resistenza al terzomondismo musicale si applica persino sulla Germania.

E lo dimostra anche la bella canzone di stasera, a sua volta indistinguibile da molte belle cose della categoria “indietronica” (già parlammo della ” folktronica “), ovvero quel gran calderone di musica elettronica che dagli anni Novanta si applicò a composizioni più melodiche e meno dance o meccaniche. Loro nacquero in effetti alla fine del millennio scorso, a Monaco di Baviera, per iniziativa di una cantante di nascita coreana (il nome della band viene da là) che aggregò una manciata di bravi musicisti di altre band. La canzone uscì nel loro disco del 2001 e forse ve la ricordate all’inizio delle Conseguenze dell’amore (Sorrentino sempre bravo con la scelta delle canzoni).

Parla di non avere paura dei mostri sotto il letto, e invece occhio ai mostri nella nostra testa. L’ultimo verso dice “gli aggressori sanno come colpire”, e la strofa è piuttosto impressionate, considerato che la promozione del disco iniziò intorno all’11 settembre 2001.

When destruction takes over
There is no escape
Every shot on target
Perpetrator knows how to strike

Ma lei lo dice sottovoce, non fatevi inquietare troppo: la canzone è bella, una bella canzone tedesca.

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