L’azienda di sigarette elettroniche Juul pagherà 435,8 milioni di dollari a diversi stati americani per aver commercializzato i propri prodotti tra gli adolescenti

(AP Photo/Seth Wenig)
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Juul, nota azienda che produce sigarette elettroniche, ha accettato di pagare 438,5 milioni di dollari (circa 440 milioni di euro) in un accordo fatto con 34 stati (33 negli Stati Uniti e Porto Rico) che due anni fa avevano avviato un’indagine sulla promozione e commercializzazione dei prodotti Juul tra i clienti adolescenti. Secondo l’indagine, Juul aveva «commercializzato senza sosta le proprie sigarette ai minorenni», verso i quali è vietato indirizzare campagne per prodotti con nicotina e tra i quali Juul era diventata popolarissima negli Stati Uniti.

L’accordo prevede la chiusura dell’indagine in cambio del denaro agli stati coinvolti, e in cambio di una serie di limitazioni alle pratiche di marketing attuate da Juul. Tra queste, il divieto di rivolgersi a persone con meno di 35 anni nelle sue pubblicità, di inserire i propri prodotti in film e programmi televisivi e di promuoverli su cartelloni pubblicitari e social media. I 438,5 milioni di dollari verranno versati nell’arco di 10 anni e usati anche per finanziare programmi per contrastare il fumo tra i minorenni.

Quella avviata dai 34 stati con cui Juul ha stretto l’accordo è solo una delle cause che riguardano proprio la promozione dei prodotti Juul tra gli adolescenti. Lo scorso giugno l’agenzia governativa statunitense che si occupa della sicurezza e della regolamentazione di cibi e farmaci (FDA) aveva vietato la vendita negli Stati Uniti delle sigarette Juul per ragioni sanitarie, sostenendo che l’azienda non avesse dimostrato in maniera convincente la sicurezza di alcune sostanze nei suoi dispositivi. Juul ha fatto ricorso e il divieto è momentaneamente sospeso.

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