Il regista iraniano Jafar Panahi dovrà scontare sei anni in carcere

Per una condanna subita nel 2010: tra le altre cose, ha vinto il Leone d'Oro a Venezia nel 2000

(Sean Gallup/Getty Images)
(Sean Gallup/Getty Images)

Martedì il ministero della Giustizia dell’Iran ha fatto sapere che il regista iraniano Jafar Panahi dovrà scontare sei anni di carcere per una condanna subita nel 2010, quando fu accusato di aver girato un film critico nei confronti del regime che governa il paese. Panahi era stato arrestato qualche giorno fa in relazione all’arresto di un altro regista, Mohammad Rasoulof, sempre per motivazioni politiche.

Panahi, che ha 62 anni, è uno dei più noti registi iraniani, nonché tra i più apprezzati in tutto il mondo. È noto soprattutto per aver vinto la Caméra d’or al Festival di Cannes nel 1995 con il film Il palloncino bianco e il Leone d’Oro a Venezia nel 2000 con Il cerchio. Era stato arrestato l’11 luglio scorso, dopo aver chiesto informazioni sull’arresto di un altro regista iraniano, Mohammad Rasoulof.

Le autorità iraniane non avevano fornito molte informazioni riguardo all’arresto, e martedì la magistratura iraniana ha solamente comunicato che il regista è stato trasferito nel carcere di Evin, nel nord di Teheran, per completare la pena per cui era stato condannato nel 2010: all’epoca aveva scontato circa tre mesi di prigione, prima di essere liberato su cauzione e costretto in un regime di libertà condizionata che poteva essere revocato in qualsiasi momento.

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Nel marzo del 2010 Panahi era stato arrestato perché accusato di lavorare a un film anti-regime. Nei mesi precedenti si era spesso espresso in favore della rivoluzione verde, una grande manifestazione di popolo contro la vittoria del conservatore Mahmud Ahmadinejad alle elezioni presidenziali del 2009. Era stato arrestato per la prima volta nel luglio dello stesso anno per avere partecipato alla cerimonia di commemorazione di una delle vittime delle proteste. Il film a cui stava lavorando raccontava la storia di una famiglia nei mesi successivi a quelle manifestazioni.

Oltre alla condanna a sei anni, il tribunale decise che Panahi non avrebbe potuto più dirigere, scrivere e produrre film, viaggiare e rilasciare interviste sia all’estero che in Iran per venti anni. Ciononostante, negli anni seguenti riuscì a realizzare alcuni film illegalmente, tra cui Taxi Teheran del 2015, che vinse l’Orso d’oro come miglior film al Festival internazionale del cinema di Berlino.