Un importante politico Repubblicano ha ammesso di avere aiutato a organizzare vari colpi di stato all’estero

John Bolton, ex Consigliere per la sicurezza nazionale, lo ha detto in un'intervista in cui cercava di difendere Trump dalle accuse sull'assalto al Congresso

(Melissa Sue Gerrits/Getty Images)
(Melissa Sue Gerrits/Getty Images)

Durante un’intervista televisiva per CNN John Bolton, noto e rispettato politico e diplomatico statunitense che appartiene ai Repubblicani, ha ammesso piuttosto candidamente di avere aiutato a organizzare alcuni colpi di stato al di fuori degli Stati Uniti, per esempio in Venezuela. Bolton fece parte delle amministrazioni di Ronald Reagan, Bush padre e figlio e infine di Trump, ed è considerato un cosiddetto “falco”, cioè sostenitore di una politica estera estremamente aggressiva e interventista. È raro che un ex importante funzionario parli in maniera così esplicita di un tentativo di rovesciare un governo in carica in un paese straniero: ed è ancora più raro che lo faccia in diretta tv.

Bolton ha parlato di colpi di stato rispondendo a una domanda sull’attacco al Congresso statunitense, compiuto il 6 gennaio 2021 da centinaia di sostenitori dell’allora presidente Donald Trump. Negli Stati Uniti se ne sta riparlando perché una commissione di inchiesta della Camera sta cercando di stabilire le responsabilità di Trump nell’attacco, e di capire se facesse parte di un più ampio tentativo di colpo di stato. L’intervistatore, Jake Tapper, aveva detto a Bolton che non è necessario essere «particolarmente intelligenti» per pianificare un colpo di stato: si riferiva al fatto che Trump nei giorni precedenti e successivi all’attacco aveva preso una serie di decisioni maldestre, come circondarsi di collaboratori esterni screditati e complottisti.

Bolton però gli ha risposto: «dato che ho aiutato a organizzare dei colpi di stato – non qui, ma in altri posti – posso dire che richiede molti sforzi», che Trump invece «non ha portato avanti».

Poco dopo Bolton ha specificato che si riferiva al Venezuela, lasciando intendere di avere organizzato iniziative simili anche in altri paesi. Nel gennaio del 2019, quando era Consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Bolton e l’amministrazione Trump appoggiarono pubblicamente il tentativo del leader dell’opposizione venezuelana, Juan Guaidó, di rovesciare il presidente autoritario Nicolás Maduro. Il tentativo però non andò a buon fine, e Maduro è rimasto al suo posto.

La pratica di rovesciare governi stranieri considerati sgraditi è stata accertata in numerosi casi nella storia della politica estera statunitense: è stata applicata soprattutto nel Novecento per rovesciare governi di ispirazione socialista in Sud America e in Medio Oriente, ma oggi molti politici e funzionari ne hanno preso le distanze. Bolton, che nella sua lunga carriera è stato anche rappresentante permanente alle Nazioni Unite e dirigente in diversi ministeri, non è evidentemente tra questi. È stato per esempio un convinto oppositore dell’accordo sul nucleare iraniano e da anni chiede di non escludere a priori un intervento militare in Corea del Nord per rovesciare il dittatore Kim Jong-un.