È morta a 98 anni la fotografa italiana Lisetta Carmi

È morta a 98 anni la fotografa italiana Lisetta Carmi. Era nata nel 1924 a Genova da una famiglia di origine ebraica, e da giovane aveva lavorato come concertista suonando il pianoforte. Si avvicinò alla fotografia nel 1960 e negli anni successivi abbandonò definitivamente la musica per dedicarsi solo alla realizzazione di reportage fotografici. Tra i soggetti che preferiva fotografare c’erano gli emarginati dalla società: tra gli anni Sessanta e Settanta fu tra le prime persone in Italia che provarono a raccontare, attraverso le fotografie, la vita delle comunità LGBT+, delle donne trans e delle persone travestite (che oggi definiamo crossdresser), che abitavano l’ex ghetto ebraico di Genova. Le sue fotografie vennero raccolte in un libro chiamato I travestiti, pubblicato nel 1972 dalla casa editrice Essedì di Roma: molte librerie del tempo si rifiutarono di venderlo ma oggi è diventato un pezzo di storia della fotografia italiana.

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Dei suoi lavori, sono note anche le fotografie che scattò al poeta Ezra Pound, che incontrò nella sua casa in Liguria, i ritratti dei protagonisti di Provos, un movimento di protesta olandese vicino agli anarchici, le fotografie dell’alluvione di Firenze del 1966, un reportage dal cimitero monumentale di Staglieno, in provincia di Genova, il libro fotografico Acque di Sicilia, con testi dello scrittore Leonardo Sciascia, e il reportage da Belfast sul conflitto nordirlandese. Viaggiò nell’America del Sud e poi in Afghanistan, Nepal, Pakistan e India, dove incontrò il suo guru spirituale e cambiò nuovamente vita. Tornata in Italia, aprì in un trullo a Cisternino, in Puglia, comprato qualche anno prima un centro di meditazione ispirato ai suoi insegnamenti.