«La nostra economia è completamente collassata»

Lo ha detto mercoledì il primo ministro dello Sri Lanka, Ranil Wickremesinghe, parlando di una crisi che al momento non sembra avere soluzione

Un manifestante che protesta contro il governo a Colombo, in Sri Lanka, il 9 giugno del 2022 (AP Photo/Eranga Jayawardena)
Un manifestante che protesta contro il governo a Colombo, in Sri Lanka, il 9 giugno del 2022 (AP Photo/Eranga Jayawardena)

Mercoledì Ranil Wickremesinghe, il primo ministro dello Sri Lanka, ha fatto un discorso in parlamento in cui ha parlato della gravissima crisi economica in cui si trova il paese. È una crisi che ha causato preoccupanti carenze di cibo, carburante, medicine e altri beni di prima necessità, e che è stata resa più complicata dai debiti accumulati dallo Sri Lanka con i propri creditori internazionali. In uno dei passaggi più ripresi del suo discorso, Wickremesinghe ha detto: «La nostra economia è completamente collassata».

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Wickremesinghe non ha dato indicazioni su cosa il governo intenda fare per far fronte alla crisi in corso: il suo discorso è sembrato più che altro una constatazione dello stato delle cose. Secondo alcuni commentatori, inoltre, Wickremesinghe ha voluto suggerire ai membri dell’opposizione quanto sia fuori dalla sua portata una qualche soluzione del problema, quantomeno dell’immediato.

Wickremesinghe, infatti, era stato nominato dal presidente Gotabaya Rajapaksa dopo le dimissioni del primo ministro precedente, Mahinda Rajapaksa. La nomina di Wickremesinghe, fino a quel momento all’opposizione, era stata pensata anche come un tentativo di risollevare l’economia e mettere fine alle grosse e partecipate proteste che in Sri Lanka vanno avanti da settimane contro il governo, accusato di essere corresponsabile della crisi economica, considerata la peggiore dal 1948, l’anno in cui lo Sri Lanka ottenne l’indipendenza dal Regno Unito.

La situazione attuale è dovuta, tra le altre cose, ad anni di corruzione, scelte e investimenti sbagliati, politiche populiste e fallimentari. Per questo i manifestanti chiedevano sia le dimissioni del primo ministro che quelle del presidente, entrambi appartenenti a una famiglia che conta sette fratelli che hanno tutti avuto importanti ruoli politici o amministrativi in Sri Lanka, e che sono stati in più occasioni accusati di corruzione e nepotismo.

Le parole di Wickremesinghe, però, vanno probabilmente intese anche come una richiesta d’aiuto rivolta a eventuali finanziatori esteri: secondo l’analista Anit Mukherjee del Center for Global Development di Washington, sentito da Associated Press, Wickremesinghe ha voluto suggerire ai governi esteri che il collasso dell’economia dello Sri Lanka – paese che si trova in una delle rotte di navigazione più trafficate al mondo – non conviene nemmeno a loro.