Nel sud del Mali almeno 130 persone sono state uccise in alcuni attacchi armati, secondo le autorità locali compiuti da gruppi jihadisti

Un soldato maliano durante alcuni scontri con gruppi radicali islamisti, nel 2013 (AP Photo)
Un soldato maliano durante alcuni scontri con gruppi radicali islamisti, nel 2013 (AP Photo)

Nel fine settimana in tre città nei dintorni di Bankass, nel sud del Mali, sono stati compiuti diversi attacchi armati molto violenti, resi noti dalle autorità locali solo lunedì: sono stati uccisi almeno 130 civili. Gli attacchi non sono stati rivendicati, ma secondo il governo maliano gli autori sarebbero uomini del Fronte di liberazione del Massina, uno dei numerosi gruppi jihadisti attivi da anni nell’area (questo movimento, in particolare, esiste dal 2015).

Nouhoum Togo, politico locale di Bankass, ha detto all’agenzia AFP che i militanti jihadisti si sarebbero vendicati per alcune operazioni svolte dall’esercito maliano contro di loro, in quella zona, un paio di settimane prima. Secondo quanto raccontato da Togo, gli aggressori sarebbero arrivati nei luoghi degli attacchi in moto, avrebbero preso in ostaggio diversi civili e sparato su moltissimi altri, saccheggiando e bruciando anche molte case.