Cosa sappiamo dell’incendio alla discarica romana di Malagrotta

È iniziato mercoledì pomeriggio e non è ancora stato spento: in attesa delle analisi dell'aria sono state sospese le attività all'aperto nell'arco di 6 chilometri

(ANSA/VIGILI DEL FUOCO)
(ANSA/VIGILI DEL FUOCO)
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Mercoledì pomeriggio attorno alle 17.30 è scoppiato un incendio nella discarica di Malagrotta, nella periferia a ovest di Roma, una delle più grandi d’Europa e per decenni la principale a servizio della città, chiusa nel 2013 per il conferimento ma ancora attiva per il trattamento di rifiuti. L’allarme è stato dato dagli operatori della discarica e i vigili del fuoco che sono intervenuti hanno lavorato tutta la notte, ma l’incendio non è ancora stato spento ed è probabile che non lo sarà per diversi giorni. Sul sito del Comune di Roma si legge che le cause sono «ancora da accertare dalle autorità», ed è stata considerata l’ipotesi che qualcuno abbia appiccato il fuoco volontariamente.

Al momento non si sa se la nuvola di fumo provocata dalle fiamme e dalla combustione dei rifiuti contenuti nell’impianto contenga sostanze pericolose per la salute. L’Arpa (l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) della regione Lazio ha fatto sapere di avere una stazione fissa vicino alla zona dell’incendio e che sta installando dei campionatori aggiuntivi per avere un’analisi accurata delle sostanze rilasciate.

Intanto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha emanato un’ordinanza che impone per 48 ore la sospensione delle attività scolastiche, ricreative e sportive (compresi i centri estivi) nel raggio di 6 chilometri dall’incendio. Ha inoltre vietato il consumo di prodotti vegetali prodotti nella zona e il pascolo degli animali. A chi vive a meno di un chilometro dall’impianto, in caso di fumi persistenti e maleodoranti, è stato raccomandato di chiudere le finestre e non accendere il condizionatore.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Dire l’incendio è partito dal gassificatore di Malagrotta, che è spento dal 2011 ma viene usato per lo stoccaggio del combustibile derivato dagli impianti di trattamento meccanico-biologico (Tmb) dei rifiuti che sono ancora attivi. Dal gassificatore l’incendio si è allargato fino a distruggere il Tmb più grosso di Malagrotta, che tratta ogni giorno 900 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Oltre ai danni provocati dall’incendio, quindi, ora che il Tmb più grande è fuori uso bisognerà fare i conti con i rallentamenti nella gestione dei rifiuti. A Roma infatti ci sono altri due Tmb: quello più piccolo di Malagrotta che tratta 600 tonnellate al giorno e quello di Rocca Cencia che ne tratta al massimo 500, ma non sono sufficienti per il trattamento tempestivo di tutti i rifiuti prodotti dalla città.

La gestione dei rifiuti a Roma si porta dietro da anni numerosi problemi e sui social network molti hanno già fatto notare che la distruzione della discarica di Malagrotta non farà che rallentare ulteriormente tutto il processo. Gualtieri ha commentato dicendo che «l’incendio del Tmb non è solo un grave incidente, ma costituisce un danno significativo per il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Roma, su cui avrà inevitabili conseguenze immediate. Siamo già al lavoro per ricollocare quanto prima le quantità trattate dall’impianto danneggiato e indirizzarle su altri impianti di trattamento e sui successivi sbocchi».