• Mondo
  • Giovedì 16 giugno 2022

Un uomo ha confessato di aver ucciso il giornalista e l’attivista scomparsi in Brasile

Nel posto da lui indicato sono stati trovati resti umani che andranno identificati: dei due non si avevano notizie da dieci giorni

La polizia carica i corpi trovati su un veicolo 
(AP Photo/Edmar Barros)
La polizia carica i corpi trovati su un veicolo (AP Photo/Edmar Barros)
Caricamento player

Martedì sera un uomo ha confessato di aver ucciso il giornalista britannico Dom Phillips e l’attivista brasiliano Bruno Araújo Pereira. I due erano in viaggio per una ricerca sulle popolazioni indigene nella zona della Valle del Javari, nella parte occidentale dello stato brasiliano di Amazonas, al confine col Perù, e nessuno aveva più avuto loro notizie da domenica 5 giugno. La confessione è stata comunicata mercoledì dalle autorità brasiliane in una conferenza stampa: l’uomo è un pescatore, si chiama Amarildo da Costa de Oliveira ed era stato trattenuto dalla polizia come sospettato.

Dopo la confessione, l’uomo ha guidato la polizia nel luogo dove aveva sepolto i due corpi: per arrivarci sono serviti circa un’ora e mezza di tragitto in motoscafo e tre chilometri di cammino nella giungla. La polizia ha fatto sapere che nel punto indicato sono stati effettivamente trovati resti umani sepolti nel terreno, ma che bisognerà aspettare la conferma delle analisi prima di dire se siano effettivamente i corpi di Pereira e Philips.

La polizia non ha aggiunto dettagli sul movente degli omicidi e ha detto che le indagini sono ancora in corso e non escludono altri arresti. Martedì era stato arrestato anche il fratello di Amarildo da Costa de Oliveira, Oseney, anche lui pescatore: la polizia ha detto che per lui verrà richiesta la custodia cautelare.

Phillips e Pereira sono scomparsi mentre conducevano ricerche per un libro sugli sforzi di conservazione della popolazione indigena nella regione. Le autorità brasiliane hanno definito l’argomento della ricerca “complicato” e “pericoloso” e hanno detto che la regione è nota per ospitare attività illegali e traffici internazionali di droga: i due avevano raccontato di aver subito minacce di morte nei giorni precedenti alla scomparsa.