La chiusura dei locali dove si gioca ai videogiochi

In tutta Italia l'Agenzia dei monopoli ha sequestrato le apparecchiature delle cosiddette “sale LAN” e di eSport, accusate di non essere in regola

Un torneo di eSport ad Atlanta, Georgia (Chris Thelen/Getty Images)
Un torneo di eSport ad Atlanta, Georgia (Chris Thelen/Getty Images)
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Un numero imprecisato di sale giochi che mettono a disposizione dei clienti videogiochi e simulatori di guida è stato chiuso venerdì dagli agenti dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (ADM) dopo un esposto che le ha accusate di fatto di fare concorrenza sleale alle sale giochi tradizionali. I locali interessati sono quelli, diffusi negli ultimi anni, che mettono a disposizione a pagamento postazioni con pc e console in cui si può giocare a livello competitivo a videogiochi di sport, guida e combattimento di vario tipo, come Fortnite, Call of Duty o Fifa, e si chiamano tecnicamente “sale LAN” (da Local Area Network).

L’eSportPalace di Bergamo è uno di questi, e ha pubblicato su Instagram un video in cui mostra i sigilli messi dagli agenti dell’ADM, in cui uno dei responsabili annuncia che «tutte le sale LAN in Italia non esistono più». Non è chiaro in realtà cosa succederà adesso e se il blocco riguardi tutte le sale italiane, ma si sa a cosa è dovuto: un esposto presentato da Sergio Milesi, un imprenditore titolare di un’azienda bresciana che gestisce una serie di sale giochi e sale bowling in Italia.

L’esposto accusa le sale LAN di mettere a disposizione, a pagamento, videogiochi che in teoria invece sono venduti per essere giocati a casa, facendo concorrenza sleale alle sale giochi che per altri tipi di videogiochi pagano licenze, omologazioni e imposte specifiche. Chiede che l’ADM verifichi che siano rispettati i regolamenti riguardo agli «apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro», che in sostanza disciplinano come devono essere i dispositivi e i software in questo genere di sale giochi.

 

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L’esposto allega l’esempio di un simulatore di guida di una sala LAN e di un simulatore di una propria sala giochi, «che la nostra società, sostenendo onerosi costi, nel rispetto delle norme è obbligata a omologare tramite gli enti preposti per poi permetterne l’installazione e l’uso in locali dediti al gioco lecito». Intervistato dal sito specializzato Agimeg, Milesi ha detto: «I nostri apparecchi sono sottoposti a numerosi controlli e basta che manchi solo un’autorizzazione a far scattare il sequestro, mentre queste attività non sembrano tenute a tutte queste procedure. Non riusciamo a comprendere entro quale quadro normativo operino e per questo chiediamo ad ADM di chiarire se queste attività sono lecite o meno e a che tipo di normative devono sottostare».

L’ADM aveva diffuso martedì una circolare che invitava i titolari delle sale LAN a provvedere affinché i loro apparecchi fossero «sottoposti ad omologa/certificazione, muniti di titoli autorizzatori, soggetti al pagamento dell’Imposta sugli intrattenimenti (ISI)». Il termine ultimo fissato era sabato 30 aprile.

Nel video diffuso dall’eSportPalace di Bergamo si dice anche che di conseguenza non sono più legali nemmeno i videogiochi messi a disposizione sui dispositivi nei negozi di elettronica, né le fiere di videogiochi: al momento in realtà non sembrano esserci elementi per dire che sarà davvero così. Non si sa nemmeno quanto durerà il sequestro.