L’attivista turco Osman Kavala, in carcere da oltre quattro anni con accuse considerate pretestuose, è stato condannato all’ergastolo senza possibilità di sconti di pena

Una persona mostra una foto di Osman Kavala davanti all'ambasciata turca a Berlino, nel 2020 (Christophe Gateau/dpa via ANSA)
Una persona mostra una foto di Osman Kavala davanti all'ambasciata turca a Berlino, nel 2020 (Christophe Gateau/dpa via ANSA)

Lunedì un tribunale turco ha condannato all’ergastolo, senza possibilità di sconti di pena, Osman Kavala, il noto imprenditore e filantropo turco in carcere da oltre quattro anni con accuse giudicate pretestuose da diversi tribunali internazionali. Kavala era accusato di aver tentato di rovesciare il governo del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan finanziando alcune proteste antigovernative e appoggiando un presunto colpo di stato. Insieme a Kavala, con motivazioni simili, sono state condannate altre sette persone, a 18 anni di carcere ciascuna.

Kavala è a capo della sezione turca dell’organizzazione filantropica di George Soros ed era stato arrestato una prima volta nel 2017 e poi nel 2020: le proteste antigovernative che avrebbe finanziato erano quelle che si svolsero nel 2013 a Gezi Park, a Istanbul, e che furono represse con la violenza dalle autorità turche. Secondo l’accusa, Kavala intendeva usare i manifestanti per rovesciare il governo. Le accuse si dimostrarono presto false e nel febbraio del 2020 un tribunale di Istanbul assolse Kavala e ne ordinò la scarcerazione. Ma poche ore prima che Kavala fosse liberato i procuratori turchi lo accusarono di nuovi atti sovversivi, questa volta in relazione al fallito colpo di stato del 2016 contro Erdoğan. Kavala fu quindi di nuovo arrestato, senza mai davvero uscire di prigione.

Vari esperti e tribunali internazionali, compresa la Corte europea dei diritti dell’uomo, hanno sempre ritenuto le accuse contro Kavala ingiuste e politicamente motivate.

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