Perché la visione in diretta e condivisa torna centrale

Come è cambiato dagli anni Sessanta a oggi il modo di vedere lo sport in tv

Nella storia della tv lo sport è stato molto importante: la possibilità di assistere a distanza ad eventi sportivi, come le partite di calcio, così seguite da un pubblico trasversale, ha permesso la diffusione del televisore e lo sviluppo di innovazioni tecnologiche che garantivano una maggiore qualità delle trasmissioni. Allo stesso tempo la tv e la sua tecnologia hanno in qualche modo modificato in parte gli stessi sport, rendendoli più “televisivi” e cambiando anche le abitudini degli appassionati.

Le Olimpiadi del 1960 furono il primo grande evento sportivo che non solo attirò molto pubblico, ma spinse anche alla modernizzazione tecnologica della tv. Appuntamenti sportivi internazionali iniziarono a coinvolgere sempre più persone: nel 1970 in Messico la semifinale della Coppa del Mondo di calcio tra Italia e Germania fu vista nel nostro paese da 17 milioni e 700 mila spettatori, mentre la finale con il Brasile da 28 milioni e 200 mila spettatori. Nella seconda metà di quel decennio la diffusione delle trasmissioni via satellite e della mondovisione fece crescere il numero di ore di sport nei palinsesti televisivi. Iniziarono ad avere sempre più importanza la resa spettacolare (ad esempio grazie all’uso di più telecamere) e tecnologie come la computer graphics e la moviola.

A partire dagli anni Novanta, si diffusero le pay tv e i servizi on demand, e lo spettatore ebbe la possibilità di crearsi un proprio “palinsesto personale”. Per distinguersi dalla tv generalista, le nuove emittenti entrate sul mercato puntarono sempre più sulla spettacolarizzazione degli eventi, dotando i propri registi di nuove risorse tecniche.

Si inserisce in questa storia che lega tv, tecnologia e sport l’arrivo in Italia nel 2018 della piattaforma in streaming Dazn, che ha modificato il nostro mercato sportivo acquisendo i diritti per trasmettere tutta la Serie A in Italia dal 2021 al 2024, per un totale di 266 partite (7 a giornata) di Serie A in esclusiva e un totale di 114 partite (3 a giornata) in co-esclusiva, a stagione. Presente in 25 paesi, Dazn ha concluso in Spagna un accordo per la condivisione dei diritti tv del campionato spagnolo, LaLiga, per il quinquennio 2022-2027; mentre in Germania, Austria e Svizzera Dazn ha accordi per la trasmissione delle partite della Bundesliga, il campionato tedesco.

Anche in mercati televisivi maturi, dunque, l’arrivo di un nuovo soggetto, come Dazn, abbinato a un contenuto di prestigio, in questo caso il campionato di Serie A, può cambiare un panorama mediale che si riteneva consolidato, favorendo il passaggio a un consumo televisivo del calcio su una diversa tecnologia. Il “calcio in streaming” può essere inoltre uno degli elementi capaci di spingere un pubblico trasversale per età a dotarsi di dispositivi tecnologici aggiornati, favorendo il processo di digitalizzazione.

Dopo le serie e i film, lo streaming si sta quindi consolidando come tecnologia di trasmissione anche di contenuti sportivi, grazie a diversi accordi nazionali e internazionali. La tv tradizionale continua ad occupare un posto importante, ma le piattaforme in streaming sono cresciute anche a causa delle restrizioni imposte dal lockdown, soprattutto tra i più giovani: nella classe d’età 18-24 anni, su 100 minuti di contenuti televisivi 45 sono seguiti su piattaforme in streaming a pagamento

Lo streaming non va pensato però solo come tecnologia: differenti contenuti determinano usi e fruizioni diversi, e viceversa. Chiamiamo infatti streaming la visione su richiesta dell’utente di un contenuto, che può accedere in qualsiasi momento a un catalogo a sua disposizione, quasi fosse un archivio personale. È una modalità di visione che si abbina a film, serie, show registrati, documentari, interviste di approfondimento. Chiamiamo però streaming anche la visione in diretta: è una modalità che può riguardare la totalità dei palinsesti delle emittenti tradizionali (che replicano il loro segnale sui propri siti web o sulle app), e poi singoli contenuti che necessitano la diretta, come eventi speciali, concerti, le notizie e lo sport, come le partite di Dazn.

La trasmissione di eventi in diretta molto seguiti, come le partite di Serie A, richiede reti più performanti rispetto a quelle usate dalle piattaforme di contenuti solo on demand (come film o serie). Semplificando molto, il traffico sulle reti è tanto più elevato quanto più numerosi sono gli utenti collegati nello stesso istante allo stesso evento, come spiega Mario Mella, Technology Director di Dazn. Per un evento on demand l’utente può decidere di vedere il contenuto quando preferisce, quindi il numero di utenti collegati nello stesso istante allo stesso contenuto è limitato. Viceversa, per un evento dal vivo come una partita di calcio, nel quale appunto l’ora di inizio è prestabilita e uguale per tutti, il numero di utenti collegati nello stesso istante è molto alto. Questo crea un repentino aumento di traffico dati e può provocare fenomeni di congestione sia sulle reti fisse che mobili, che possono tradursi in temporanei blocchi delle immagini o peggioramento della qualità video.

Per evitare disservizi, Dazn ha investito 10 milioni di euro in una particolare tecnologia, denominata Dazn Edge, che riduce il rischio di congestioni e di effetti negativi della contemporaneità di visione, migliorando la distribuzione e la qualità del contenuto verso gli utenti finali.

Nonostante la nostra sembri l’epoca della visione individuale e iperpersonalizzata, alcuni appuntamenti – come il calcio – restano per loro natura legati a una visione in diretta, condivisa, collettiva: più persone connesse nello stesso momento, che sanno di condividere lo stesso contenuto, e spesso le stesse emozioni, seppur in luoghi differenti. La diretta dunque ha ancora un forte valore, evidentemente, anche se è una diretta per così dire più duttile e su più dispositivi, proprio grazie alle possibilità del digitale. Così ad esempio accedendo a una partita già iniziata dalla app di Dazn sul proprio telefonino, è possibile visionare sulla barra dello streaming i momenti salienti (ad esempio i gol), selezionarli e rivedere le azioni, per poi tornare in diretta. Un tipo di fruizione che mescola diretta e personalizzazione.

Come suggerisce Luca Barra nel suo libro La programmazione televisiva, il concetto di streaming è allora un concetto molto ampio, indica sia grandi i contenuti creati dalle grandi aziende sia quelli creati dagli utenti, sia quelli on demand sia quelli in diretta, sia i servizi generalisti sia quelli di nicchia. Quello che conta è l’idea di movimento costante (to stream significa scorrere, fluire): nel panorama mediale attuale c’è infatti una grande disponibilità di contenuti e di modalità di fruizione, che si affiancano tra di loro e diventano complementari.

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