La villa a Pesaro della dirigente del partito di Putin

È a picco sul mare e la possiede da anni Valentina Matvienko, presidente della camera alta del Parlamento russo

Vladimir Putin e Valentina Matvienko (EPA/MAXIM SHIPENKOV)
Vladimir Putin e Valentina Matvienko (EPA/MAXIM SHIPENKOV)

Pochi giorni fa il sito della fondazione Alexei Navalny, l’oppositore del presidente russo Vladimir Putin attualmente in carcere, ha pubblicato la notizia secondo cui una villa sulla collina di San Bartolo, sopra Pesaro, sarebbe di proprietà di Valentina Matvienko, presidente del Consiglio federale russo – la camera alta del Parlamento – e fedele collaboratrice del presidente. Matvienko ricopre formalmente la terza carica statale più importante in Russia, è considerata una delle donne più potenti del paese e la sua firma è sul decreto con cui Putin ha autorizzato l’impiego dell’esercito nell’invasione ucraina. Non è chiaro però se la villa rientri tra i beni appartenenti a cittadini russi attualmente in fase di sequestro da parte delle autorità italiane.

«A Pesaro, su un terreno di 26 ettari lungo 650 metri di costa sorge una lussuosa villa di 774 metri quadrati con una piscina di 20. Sul cancello campeggia la lettera M che si riferisce a Sergej Matvienko, figlio di Valentina Matvienko, ex sindaca di San Pietroburgo e ora presidente del Consiglio federale dell’assemblea della Federazione russa» ha scritto il sito della fondazione Navalny.

Il sito della fondazione Navalny definisce Matvienko «simbolo della corruzione di Putin». Secondo il blog del dissidente russo, la presidente «partecipa a eventi pubblici indossando gioielli e orologi del valore di decine di milioni di rubli [centinaia di migliaia di euro, ndr]» e soprattutto «non ha mai esitato a dichiarare la proprietà di enormi immobili che non potrebbe mai acquisire da sola. Molti sono riconducibili a suo figlio Sergej». Il sito della fondazione conclude dicendo: «È così che il braccio destro di Putin si è insediato dietro le linee nemiche».

Matvienko, che ha 72 anni, è peraltro di origini ucraine, essendo nata a Šepetivka, nella parte occidentale del paese. Funzionaria e parlamentare del Partito Comunista Sovietico negli anni Ottanta, fu poi ambasciatrice a Malta e in Grecia, ed è stata vicino a Putin fin dall’inizio della sua ascesa al potere: prima come vice prima ministra, incarico che aveva già durante la presidenza di Boris Eltsin, e poi come sindaca di San Pietroburgo, città natale dell’attuale presidente, che la sostenne in campagna elettorale.

Fu poi eletta a capo del Consiglio federale russo nel 2011, diventando una delle persone più importanti del partito di Putin, Russia Unita. Nel 2014 fu tra le prime persone sanzionate dagli Stati Uniti per il suo coinvolgimento nell’annessione della Crimea. Il sito di Navalny la accusa di essersi arricchita molto oltre le normali possibilità che la sua carriera politica le avrebbe permesso, grazie alla sua vicinanza a Putin: una dinamica comune ai collaboratori che fanno parte della sua cerchia più ristretta.

La villa di Pesaro in passato era appartenuta a Tibor Rudas (i pesaresi continuano a chiamarla villa Rudas), imprenditore musicale ungherese, il manager di Luciano Pavarotti che inventò le trionfali tournée dei Tre tenori (Carreras, Domingo, Pavarotti). È infatti a 50 metri dalla proprietà della famiglia Pavarotti. Dopo la morte del tenore, Rudas la mise in vendita. Matvienko la acquistò nel 2009 attraverso una società di gestione immobiliare. A essere ufficialmente proprietaria della villa, scrive la Stampa, è la società Dominanta, con sede a Corinaldo (Ancona). Che sia nella disponibilità della famiglia Matvienko lo testimoniano però anche le numerose foto postate da Yulia, la moglie di Sergej, figlio di Valentina Matvienko.

La villa costò allora 7 milioni di euro. Secondo alcuni immobiliaristi della zona il suo valore sarebbe oggi decisamente inferiore. Dopo l’acquisto ci furono molte polemiche perché la nuova proprietaria tentò di realizzare una strada che conduceva al mare. Per costruirla, venne preventivato e iniziato il disboscamento di un tratto del colle. Venne anche costruito un eliporto per l’atterraggio e il decollo degli elicotteri e nei progetti era  prevista anche la realizzazione di un bunker. Valentina Matvienko, allora governatrice di San Pietroburgo, motivò la richiesta con la necessità di aumentare la sicurezza nella sua proprietà per poter ospitare membri del governo russo. I lavori iniziarono senza attendere l’esito della pratica e il disboscamento divenne visibile dalla strada sottostante. L’amministrazione comunale ordinò quindi la sospensione dei lavori.

Sulla cancellata della villa c’è ora un cartello di inizio lavori (committente Sergej Matvienko): è prevista la ristrutturazione della casa di 100 metri quadrati che si trova all’inizio della proprietà dove dovrebbero andare a vivere i custodi. I lavori, però, non sono ancora iniziati e la stessa villa in questo periodo è vuota.

In realtà Valentina Matvienko a Pesaro non è andata molte volte. A trascorrerci stabilmente i periodi estivi è il figlio Sergej. In comune però ricordano anche la madre: si presentò poco dopo l’acquisto per offrire 20mila euro per finanziare i fuochi d’artificio per la Festa del porto.