Strava sta andando benissimo, grazie alla pandemia

La nota app per il tracciamento dell'attività fisica sta crescendo grazie ai servizi su abbonamento e al forte senso di community

Una persona corre sulla via Appia a Roma (AP Photo/ Gregorio Borgia)
Una persona corre sulla via Appia a Roma (AP Photo/ Gregorio Borgia)

Fino a qualche anno fa l’app per il tracciamento dell’attività fisica Strava era conosciuta perlopiù da ciclisti e runner amatoriali, che la apprezzavano per registrare, analizzare, condividere e confrontare i propri esercizi: nel periodo più critico della pandemia da coronavirus, però, Strava ha cominciato a essere utilizzata anche da chi normalmente non avrebbe praticato questi sport, e ha continuato ad avere successo in decine di paesi anche dopo la fine dei lockdown. Secondo alcuni studi, le app di fitness di questo tipo hanno i loro vantaggi e funzionano per diversi motivi: Strava, in particolare, sembra continuare ad andare benissimo grazie ad alcune peculiarità.

Secondo i dati forniti dall’azienda che gestisce Strava, che consente di monitorare il percorso durante l’esercizio fisico tramite GPS, nel 2020 l’app è stata utilizzata da circa 2 milioni di persone in più ogni mese (attualmente ha circa 100 milioni di utenti). Nello stesso anno il suo fatturato è aumentato del 75 per cento rispetto all’anno precedente, raggiungendo quasi 100 milioni di dollari (88 milioni di euro): un successo dovuto in particolare agli utenti che hanno deciso di scaricare la versione a pagamento dell’app, che per un costo di circa 60 dollari all’anno (59,99 euro anche in Italia) offre funzionalità aggiuntive, come suggerimenti sugli itinerari da percorrere o piani di allenamento.

Dal settembre del 2020 al settembre del 2021 gli utenti di Strava hanno corso in totale quasi 3,9 miliardi di chilometri: 800 milioni di chilometri in più di quelli percorsi nello stesso periodo tra il 2019 e il 2020 e più del doppio di quelli corsi nel 2018 (1,4 miliardi). Sono aumentati molto anche i chilometri percorsi dai ciclisti che controllano la propria attività sull’app, che nel 2021 sono stati circa 16 miliardi, tre miliardi in più rispetto al 2020 e molti di più dei 9 miliardi percorsi nel 2019.

Sono risultati notevoli, se si considera che negli ultimi due anni le palestre e i centri sportivi sono stati chiusi per lunghi periodi e che milioni di persone hanno dovuto limitare i propri spostamenti a causa delle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione dei contagi, come lockdown, coprifuochi e quarantene.

Inizialmente anche altre app di fitness per fare esercizio in casa avevano avuto grande successo durante la pandemia, ma non tutte stanno ancora andando bene come Strava.

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Una di queste era Peloton, azienda statunitense che vende cyclette e tapis roulant che costano migliaia di dollari e offre corsi a distanza di fitness, da fare in streaming, su abbonamento. Come ha osservato Bloomberg, all’inizio le richieste per gli attrezzi di Peloton (e gli abbonamenti per i corsi, che si possono fare con o senza i suoi prodotti) erano così tante che l’azienda aveva dovuto ritardare le consegne di mesi; poi però gli utenti che si erano abbonati avevano cominciato a calare dalla scorsa estate, con il progressivo allentamento delle restrizioni.

L’amministratore delegato di Strava, Michael Horvath, ha spiegato che invece nel 2021 il giro di affari dell’azienda è cresciuto di un ulteriore 68 per cento rispetto all’anno precedente: e questo vuol dire un fatturato di circa 170 milioni di dollari annui, con circa 3 milioni di utenti che hanno sottoscritto l’abbonamento.

Il disegno di due elefanti che si guardano ottenuto tracciando il percorso compiuto in bicicletta da un utente di Strava in Inghilterra (Anthony Hoyte/ Cover Images via ANSA)

Horvath sostiene che negli ultimi mesi non ci sia stato un calo di interesse nei confronti di Strava.

A differenza di altre app di fitness simili, ha detto Horvath, Strava funziona sia in casa che all’aperto, e soprattutto va bene perché ha una comunità enorme di utenti affezionati che l’hanno fatta diventare un po’ un social network. Tra le altre cose, durante i periodi di lockdown gli utenti avevano potuto confrontare i propri risultati sull’app correndo maratone virtuali. Molti di loro hanno poi ricominciato a usarla durante le maratone tradizionali che si sono tenute dopo l’allentamento delle restrizioni (il 41 per cento delle circa 33mila persone che hanno partecipato alla maratona di New York a novembre ha registrato la propria prestazione su Strava, così come più della metà di quelle che hanno corso la maratona di Londra a ottobre).

In più, secondo Horvath, l’azienda sta andando bene non tanto perché ha aumentato il numero degli utenti attivi, ma in particolare grazie alle persone che hanno scelto di abbonarsi per avere un servizio in più: un modello di successo che negli ultimi anni sembra aver convinto moltissime persone a pagare per usufruire dei servizi tecnologici più diversi offerti tramite app, come Netflix, Spotify o l’app per videochiamate Zoom.

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Nel 2021 c’è stato un forte incremento dell’utilizzo dell’app di fitness e degli smartwatch di Garmin, una marca molto conosciuta anche in Italia; e solo nell’ottobre del 2021 FitBit ha guadagnato 2,25 milioni di dollari grazie ai download della propria app dal Play Store di Google.

Secondo uno studio pubblicato di recente sul British Journal of Sports Medicine, le app di fitness sono usate da circa un terzo degli adulti negli Stati Uniti e nel Regno Unito e aiuterebbero chi le usa a fare in media 1.850 passi in più al giorno. In generale consentono di misurare i propri progressi facilmente e secondo molti aiutano a motivarsi: permettono infatti di confrontarsi con altre persone e stimolano la competizione grazie alla la gamification, cioè la capacità di rendere ogni attività un gioco, una sfida, qualcosa con ostacoli da superare e ricompense da ottenere.

Horvath ha sottolineato che in questo periodo dell’anno i download tendono ad aumentare anche per effetto delle maggiori libertà che ci si prende durante le vacanze natalizie e dei buoni propositi per l’anno nuovo, cioè di quello che ha definito il «fenomeno dell’anno nuovo e del nuovo te». In questo senso, l’obiettivo dell’azienda è fare in modo che i nuovi utenti riescano a rimanere coinvolti e attivi oltre il 17 gennaio, la data che nella sede dell’azienda a San Francisco viene chiamata scherzosamente «il giorno di chi si arrende».