I coltivatori italiani di clementine sperano in una nuova varietà

Si chiama Perrina e potrà essere raccolta a gennaio e febbraio, quando attualmente il mercato è occupato da quelle straniere

(Foto EPA/IAN LANGSDON )
(Foto EPA/IAN LANGSDON )

L’Italia ha un problema con la produzione delle clementine, frutto di cui è stata storicamente il principale paese produttore in Europa assieme alla Spagna. Da tempo la produzione è in calo: negli ultimi cinque anni, a quanto risulta dai dati dell’ISMEA, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, è scesa del 11,4% arrivando alle circa 500mila tonnellate annue attuali. Una nuova varietà in fase di sperimentazione dovrebbe però prolungare il periodo di produzione ai mesi invernali, durante i quali attualmente il mercato è occupato principalmente dalle clementine provenienti dalla Spagna e dal Nord Africa.

La nuova varietà si chiama clementina Sanzo o Perrina, dal nome dell’agronomo che l’ha selezionata, Francesco Perri. È simile alla clementina comune, che a sua volta è un ibrido tra mandarino e arancio amaro molto apprezzata per il gusto, per la facilità con cui si può sbucciare e la quasi assenza di semi. Ma la Perrina avrà una stagionalità più lunga: in pratica darà frutti fino a gennaio e febbraio, mentre la clementina comune viene prodotta a novembre e dicembre. Questo consentirà di ampliare il periodo di produzione e vendita e di non lasciare il mercato sguarnito, in modo da competere con i frutti provenienti principalmente dalla Spagna, dall’Egitto e dal Marocco, gustosi e apprezzati anche a inverno inoltrato.

Da anni i produttori di clementine hanno difficoltà: la frutta si deteriora sempre più in fretta sulle piante, e dalla seconda metà di dicembre in poi le aziende agricole non riescono più ad avere clementine comuni con qualità elevata. Questo è dovuto all’aumento delle temperature medie annuali, alle estati di forte siccità e ai sempre più frequenti periodi di precipitazioni violente, tendenze legate al riscaldamento globale dovuto alle attività umane, che da anni mandano in crisi l’agricoltura in vari modi, in Italia come in molte altre aree del pianeta.

Marco Eleuteri, amministratore delegato di OP (Organizzazione Produttori) Armonia, che raggruppa 80 produttori e commercializzerà la nuova varietà di clementine, spiega che «se fino ad una decina di anni fa, anche attraverso l’aiuto di pratiche agronomiche, le clementine potevano essere raccolte e distribuite lungo un arco temporale di circa 3 mesi (novembre-gennaio), negli ultimi anni tale periodo si è andato accorciando riducendosi progressivamente a 6/7 settimane. La produzione si è concentrata cioè in un periodo più limitato di tempo, con gravi conseguenze sia in termini di quotazioni commerciali, sia in termini di attrattiva dell’offerta commerciale».

Mentre i produttori italiani andavano in difficoltà, quelli di Spagna, Marocco ed Egitto erano più avanti nella ricerca e nella creazione di nuove varietà e sono riusciti così ad ampliare il calendario commerciale. Soprattutto in Spagna, grazie alla ricerca, sono state selezionate nuove varietà. Le clementine si vendono per cinque mesi, da novembre a marzo, ma quelle che si trovano sui banchi dei mercati o dei negozi dalla metà di dicembre in poi sono quasi esclusivamente di produzione straniera.

Il problema non è solo che le condizioni climatiche sono cambiate, ma anche che continuano a cambiare. Francesco Perri, creatore della nuova varietà, sostiene che «la Perrina sarà importante per la produzione italiana, sempre più messa in difficoltà da un clima che sta mutando velocemente e che impone a tutti gli operatori di settore un rapido adeguamento della produzione». Dice ancora Eleuteri: «L’Italia, in questo segmento di produzione, negli ultimi 30 anni ha perso progressivamente rilevanza internazionale; anzi, dall’essere un esportatore netto di clementine e mandarini, da qualche anno il nostro paese ne è diventato importatore netto».

La storia della Perrina iniziò dieci anni fa quando Perri selezionò, in un campo di contrada Sanzo a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, la nuova varietà. Poi ci vollero dieci anni di test. Dice Perri: «Si tratta di una selezione clonale, ottenuta da una mutazione del clementino comune, il cui comportamento, produttivo e qualitativo, è stato osservato in diversi territori per oltre dieci anni».

La OP Armonia ha sede a Battipaglia, in provincia di Salerno. Con le clementine realizza 10 dei 24 milioni di euro delle sue vendite annue sia in Italia sia all’estero. La varietà è stata registrata presso il Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto e dei portinnesti con il nome di Clementine Sanzo. È in corso anche il brevetto europeo presso il CPVO (Community plant variety office), con il nome di Clementine Perrina.

Nei prossimi mesi ci saranno le prime piantumazioni di 15-20 ettari. Poi, ha spiegato l’amministratore delegato di OP Marco Eleuteri, «ci sarà una prima fase, che durerà tre anni, con una produzione estesa su 250 ettari di superficie concentrati in Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Ci saranno probabilmente accordi con altri produttori. Punteremo a creare partnership con altre OP, in ogni caso, però, non faremo accordi per piantumazioni inferiori ai 50 ettari per tutti coloro che vorranno piantare questa varietà».

I test sulla Perrina sono stati fatti dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) di Acireale, in provincia di Catania. Dalla collaborazione con i ricercatori del Crea sono nati centinaia di ibridi attualmente in fase di test. Ma è per ora sulla nuova varietà di clementine che si concentrerà l’attività dell’Organizzazione Produttori: «Crediamo molto nella Perrina», ha detto Eleuteri al Sole 24Ore, «sia per le sue qualità sia perché colma il buco produttivo della varietà comune. Per questo le dedicheremo importanti investimenti».

Sia Perri sia i dirigenti della Organizzazione Produttori sono convinti che la nuova varietà avrà successo. Prima di tutto perché inizierà a maturare dalla seconda metà di dicembre fino a tutto gennaio e presenterà un “calibro” medio (la grandezza) decisamente superiore a quello della varietà comune. Il gusto sarà poi molto simile a quello della clementina comune, quindi già conosciuto e collaudato. Inoltre, la Perrina sarà raccolta nel periodo che attualmente rimane scoperto tra la fine delle clementine comuni e l’inizio dei mandarini tardivi come Tango, Nadorcott e Orri, che maturano successivamente. Infine, secondo i produttori di Perrina, questa varietà è superiore, per gusto, a un’altra clementina tardiva, la Hermandina, creata in Spagna e ora coltivata anche in Italia.