Perché l’OMS ha deciso di saltare due lettere nel denominare la variante omicron

«Nu si confonde troppo facilmente con “new”, e Xi non è stata usata perché è un cognome molto comune», ha detto un portavoce dell'OMS

Archeologi lavorano sul mosaico di una chiesa bizantina (David Silverman/Getty Images)
Archeologi lavorano sul mosaico di una chiesa bizantina (David Silverman/Getty Images)

Sulla base della classificazione decisa dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che utilizza le lettere dell’alfabeto greco per denominare le varianti del coronavirus, la nuova variante B.1.1.529 emersa in Sudafrica avrebbe dovuto essere denominata con la lettera greca N.

Ma i dibattiti sulla pronuncia del nome della nuova variante (in italiano ni, in inglese nu) sono stati interrotti sul nascere, perché venerdì l’OMS ha deciso di saltare due lettere: anziché usare la lettera N e quella successiva, la Ξ (che in italiano è xi), l’OMS ha deciso di passare direttamente alla O, cioè la omicron, che è già stata adottata ampiamente in tutto il mondo. Il New York Times ha chiesto a un portavoce dell’OMS, Tarik Jasarevic, la ragione del salto, e la risposta è stata:

Nu si confonde troppo facilmente con “new”, e “Xi” non è stata usata perché è un cognome molto comune.

Entrambe sono ragioni valide: in inglese la variante “nu” sarebbe stata effettivamente scomoda da pronunciare, mentre “Xi” è un cognome molto comune in Cina – oltre che il cognome del presidente del paese, Xi Jinping.

L’OMS aveva deciso a giugno di adottare una nuova nomenclatura per le varianti dell’attuale coronavirus (SARS-CoV-2), i cui nomi fino a quel momento erano stati associati ai paesi in cui erano state rilevate, creando spesso stigmatizzazioni e discriminazioni. In quel periodo si parlava moltissimo della “variante indiana”, che era appunto emersa in India e che sarebbe stata denominata variante delta.